Caro don Giovanni, ho saputo di lettere di dissenso e persino di accusa per la sua partecipazione al tentativo di accogliere e di provvedere alle necessità di molti che vengono nel nostro paese privi di ogni risorsa e provati da un viaggio spesso pericoloso e violento. Le voglio dire la mia solidarietà, credo anche a nome di molti altri. Certo mi trovo anche a domandarmi come sarà possibile trovare per queste moltitudini quello di cui hanno bisogno. In ogni modo le auguro ogni bene.
Caro amico, le dico subito che quello che metto insieme è pochissimo. Ricevo il suo messaggio mentre mi preparo alla liturgia domenicale che ci porterà in dono la memoria del miracolo dei pani. E’ il miracolo più “ricordato” dai Vangeli: ben sei volte! E mi piace ricordare con lei che mai il Vangelo ci dice che per dare da mangiare a molti con pochi pani Gesù li abbia “moltiplicati”: per nutrire tutta quella gente Gesù ha semplicemente dato i pochi pani che aveva. Qualche memoria evangelica dice che li ha spezzati. Alla fine sono persino rimaste alcune ceste di pezzi avanzati. Sono molto grato al Signore per il regalo di questa Domenica e di questa Parola che ci consola, ci incoraggia e anche ci illumina. Ricordo l’osservazione di un grande spirito cristiano, Ivan Illich, che all’obiezione che commentava il grande dramma della fame dicendo che c’è troppa gente e poco pane, Egli rispondeva che purtroppo abbiamo dimenticato il gesto del Signore che nella Cena spezza il Pane e lo distribuisce. Noi non sappiamo più spezzare il pane: da una parte se ne sciupa perché è troppo, e dall’altra si resta senza cibo. Vedo ogni giorno quali meravigliosi eventi di solidarietà scaturiscano da molti che “spezzano” per altri il pane del loro tempo, della loro intelligenza e soprattutto della loro generosità! Quando questo succede, addirittura di pane ne avanza. Ognuno di noi porta viva in sé l’esperienza dei doni che abbiamo ricevuto da molti che hanno spezzato con noi e per noi il pane del loro affetto, della loro cultura, della loro bontà… Anche noi, poveri, siamo stati nutriti dall’amore di molti. La vita, più che essere un’impresa e una conquista, per grazia di Dio è soprattutto un grande dono. Auguro a tutti i miei cari lettori una felice celebrazione del dono di questa Domenica.
Giovanni della Dozza.
Domenica 26 luglio 2015.