Scuola_rurale_2015_seconda_parte_21-02-2015SCUOLA RURALE 2015 – Sessione di Crevalcore
Sala Ilaria Alpi – Via Persicetana, 226 – Crevalcore
Ciclo di conferenze sul tema generale:
“Alleanza e conflitto fra uomo e natura”
(V. o scarica il volantino illustrativo; file PDF 161kB).

scuola rurale 2015-03-22 009DOMENICA 22 marzo ore 16,00
si e tenuto il quarto ed ultimo incontro del ciclo crevalcorese 2015 della “scuola rurale”.
Tema dell’incontro:
“La responsabilità dell’uomo nella custodia del Pianeta”
Relatore:
Don Giovanni Nicolini, parroco a s. Antonio della Dozza, Bologna.

Di seguito pubblichiamo le registrazioni audio degli interventi ed un piccolo resoconto dell’incontro.

Registrazioni audio:
-Introduzione (file mp3, 8 MB)
-Relazione Don Giovanni Nicolini (file mp3, 51 MB)
-Domande  (file mp3, 26 MB)

Piccola sintesi degli interventi a cura di Francesco Scimè

Vincenzo Balzani
Introduzione: l’insostenibilita’ e la disuguaglianza sono i due grandi problemi del nostro progresso.

Giovanni Nicolini
Programma del discorso: Scienza e fede, scienza ed etica; che cosa dice la S. Scrittura; che fare.

Scienza e fede.
Il controllo che nei secoli la Chiesa ha esercitato sulla scienza e gli scienziati ha avuto aspetti negativi, ma non solo. Malgrado tutto, gli incerti sono serviti al progresso della scienza stessa e soprattutto all’affermazione del primato della storia. Vincenzo Balzani ci ricorda che compito della scienza è studiare come avvengono le cose, mentre compito della fede è aiutare a capire perché avvengono. Lo stesso Balzani ci fa notare che è importante sapere chi finanzia la ricerca scientifica: spesso,  purtroppo,  l’industria bellica. In questo modo abbiamo visto con occhi più critici la cosiddetta “neutralità” della scienza. Insomma, abbiamo imparato che c’è un rapporto tra scienza e vita e, quindi,  inevitabilmente,  tra scienza ed etica. Lo stesso vale per il nostro concetto di “progresso”: non è detto che ogni crescita del progresso sia positiva e priva di rischi per l’uomo.
L’argentino da poco arrivato a Roma sta promuovendo la più grande riforma della Chiesa dall’inizio della sua storia, perché sta introducendo in essa il concetto di “relativo”: se Gesù è il figlio di Dio, tutto il resto è relativo,  nulla e nessuno può essere elevato a “mito”, a valore assoluto.
Per questo la scienza e la fede devono essere alleate.

La Bibbia.
Ci sono due racconti della creazione. Nel primo Dio dice all’uomo e alla donna che devono dominare e soggiogare la natura. Nella nostra era, che è chiamata antropocene, l’uomo è più forte della natura. Con tutti i rischi. Ad esempio,  il divario tra i costi della sanità nei paesi sviluppati e la mancanza di medicine nei paesi “in via di sviluppo”.
Il secondo racconto della creazione dice che la creazione deve essere coltivata e custodita. E dice che c’è un limite all’attività dell’uomo: la legge,  che dice “questo puoi mangiarlo e questo no”. E racconta la creazione della donna, introducendo il tema della relazione,  del superamento della solitudine,  del bisogno l’uno dell’altro. Allora il Nord non può stare senza il Sud, chi ha fede non può stare senza chi non ce l’ha.
L’ONU: lo scandalo è che decide tutto il Consiglio di sicurezza,  composto dai cinque più ricchi e potenti. L’esempio delle risoluzioni ONU contro la politica israeliana e dei “veti” USA.
Il papa dice che la terza guerra mondiale è già scoppiata. Aggiungerei che in questa guerra i nemici sono i poveri.
A Crevalcore bisognerebbe fare una ricerca comune, dei corsi,  delle scuole su questi argomenti. Per capire che cosa si deve fare positivamente,  per passare da un’etica del no a un’etica del si’.

Domanda sulla violenza verso le donne.
Un grande psicanalista odierno sostiene che all’origine dell’uxoricidio c’è il senso di solitudine dell’uomo che non sente più sua la donna che è accanto a lui. Diversa invece è la condizione della donna, che ha una risorsa in più rispetto all’uomo,  la maternità, che le fa riconoscere il primato della comunione.

Domanda di un esperto di agricoltura biologica
Ho chiesto a Francesco Scimè e al suo collega Giovanni Paolo di scrivere una bioetica del si, in forma di racconto, di esperienza,  per una cultura popolare di base, per far emergere lo stupore,  l’ammirazione.
Il pericolo del telefonino è che requisisce le persone e preclude il loro rapporto. Illich parla di una cultura “analfabeta”, portata avanti da donne.

Questo è stato l’ultimo appuntamento del ciclo di quest’anno. A tutti grazie ed arrivederci all’anno prossimo.

Un po’ di foto dell’incontro di domenica 22 marzo.