12 La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano. 13 Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. 14 Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta. 15 Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; 16 poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro. 17 Suo principio più autentico è il desiderio di istruzione, l’anelito per l’istruzione è amore, 18 l’amore per lei è osservanza delle sue leggi, il rispetto delle leggi è garanzia di incorruttibilità 19 e l’incorruttibilità rende vicini a Dio. 20 Dunque il desiderio della sapienza innalza al regno. 21 Se dunque, dominatori di popoli, vi compiacete di troni e di scettri, onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre.
Sapienza 6,12-21

Il rapporto con la sapienza è un incontro d’amore! Innanzi tutto, la sapienza è sempre bella! “E’ splendida e non sfiorisce”! (ver.12). Proprio come quando si ama una persona e si è innamorati di lei. Mia mamma non mi è mai sembrata una vecchia, e ho sempre più amato la sua bellezza sottile e profonda.
Ed è quindi sempre straordinario questo incontro con la sapienza! Per me, per noi, è sempre, o quasi sempre, al mattino: un appuntamento che illumina tutta la giornata. Ed è subito grande dono, perché “facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la amano”.
A questo punto devo precisare che probabilmente in me tutto questo è in riferimento ad un dato preciso della mia vita quotidiana, e cioè a questo incontro di ogni giorno con la Parola del Signore, e poi con voi, e poi, all’apice con questa stessa Parola nella nostra Messa quotidiana. Una specie di grande festa nuziale che da anni mi ha preso per mano insieme ai fratelli e alle sorelle, e che sempre più mi ha sedotto.
Proseguo nel mio piccolo commento! Addirittura, al ver.13, dice che “nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano”! E dunque, di conseguenza – ma che meraviglia! – “Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta” (ver.14): è proprio così!
E devo dire che l’ipotesi di un affaticamento c’è proprio quando per qualche motivo cade questo appuntamento quotidiano, e allora con più fatica, e soprattutto con il peso nella coscienza di aver perso un incontro d’amore, mi trovo a vivere una giornata irrimediabilmente più povera.
Nel nostro brano mi sembra possibile cogliere tre parti: una prima parte, quella su cui ho fatto qualche considerazione, l’ascoltiamo nei vers.12-14. Una seconda parte, i vers.15-18, sono una “riflessione” su significato di questo incontro con la sapienza, e i vers.19-21 sono la conclusione e la grande autorevolezza per tutti di questo incontro e di questa relazione con la sapienza del Signore.
La sapienza è la perfezione dell’intelligenza. Senza la sapienza, l’intelligenza è pericolosamente limitata. La sapienza è anche principio della pace interiore: “Chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni”: così il ver.15. ed è la sapienza stessa, in certo senso, ad “imporsi” ad ogni processo intellettuale o scientifico, e per questo, fortunatamente, va lei stessa, “in cerca di quei che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro” (ver.16). E’ questa la mancanza che Papa Francesco rimprovera ad un progresso tecnologico che rischia appunto di essere privo di sapienza.
E’ molto interessante che proprio per questo i vers.17-18 uniscano strettamente l’istruzione e l’osservanza delle sue leggi all’amore!
Infine, il ver.19 proclama tutto questo come “vicinanza a Dio”! E dunque via sapienziale preziosa per tutti, e in particolare per chi porta più grande potere e dunque più grandi responsabilità (vers.20-21).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Si può pensare che la sapienza qui descritta sia la Sapienza con la maiuscola, e cioè Dio stesso? Infatti, “è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano”: altri passi biblici attribuiscono a Dio questi caratteri. Si dice che essa “sta seduta alla porta”… e il pensiero va al Signore Gesù, che – come sappiamo – “sta alla porta e bussa”. – I vv. 17-20, dicono le note, sono costruiti secondo una tecnica letteraria che vuole mettere in relazione il primo elemento della serie e l’ultimo: ecco allora che “il desiderio di istruzione”, cioè della Sapienza, porta a essere “vicini a Dio”(v.19) e permette di entrare nel suo regno (v.20).
In relazione ai versetti 17-20 mi sono venute in mente le parole di Gesù riportate nel vangelo di Giovanni, al cap. 6, in particolare al versetto 23: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.”.
Basterebbe questo per riempire le nostre giornate di una nuziale intimità con Dio che ci preceda e accompagni in ogni nostra azione quotidiana.