14 La speranza dell’empio è come pula portata dal vento, come schiuma leggera sospinta dalla tempesta; come fumo dal vento è dispersa, si dilegua come il ricordo dell’ospite di un solo giorno. 15 I giusti al contrario vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e di essi ha cura l’Altissimo. 16 Per questo riceveranno una magnifica corona regale, un bel diadema dalle mani del Signore, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo. 17 Egli prenderà per armatura il suo zelo e userà come arma il creato per punire i nemici, 18 indosserà la giustizia come corazza e si metterà come elmo un giudizio imparziale, 19 prenderà come scudo la santità invincibile, 20 affilerà la sua collera inesorabile come spada e l’universo combatterà con lui contro gli insensati. 21 Partiranno ben dirette le saette dei lampi e dalle nubi, come da un arco ben teso, balzeranno al bersaglio; 22 dalla sua fionda saranno scagliati chicchi di grandine pieni di furore. Si metterà in fermento contro di loro l’acqua del mare e i fiumi li travolgeranno senza pietà. 23 Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso e come un uragano li travolgerà. L’iniquità renderà deserta tutta la terra e la malvagità rovescerà i troni dei potenti.
Sapienza 5,14-23

Radicalmente opposta alla “speranza dell’empio”, inevitabilmente vana e fragile (ver.14), la protezione divina sui giusti è assoluta. E’ importante tenere conto che essi non hanno una loro personale forza e potenza, ma ogni bene viene a loro perché ”la loro ricompensa è presso il Signore e di essi ha cura l’altissimo” (ver.15). Tutto ricevono da Lui: “Riceveranno una magnifica corona regale, un bel diadema dalle mani del Signore, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo” (ver.16). Siamo qui al cuore della fede ebraico-cristiana: il credente resta sempre un piccolo e un povero, ma egli risplende per la potenza divina che lo visita e lo abita!
La seconda parte del nostro brano descrive la potenza di Dio e la sua azione di giudizio severo contro le potenze negative che dominano il mondo e aggrediscono i suoi eletti (vers.17-23).
L’azione divina si compie perché lo “zelo” divino si manifesta e opera attraverso il creato stesso: Dio “userà come arma il creato per punire i nemici” (ver.17).
L’armatura di Dio sono gli elementi stessi della sua potenza; “la giustizia … il suo giudizio imparziale …la sua santità invincibile … la sua collera inesorabile”.
E “l’universo combatterà con Lui contro gli insensati: le saette dei lampi …chicchi di grandine pieni di furore… la stessa acqua del mare e i fiumi che senza pietà travolgeranno” i nemici di Dio.
Mi chiedo infine se il significato del ver.23 non sia persino il coinvolgimento nel giudizio divino anche di realtà negative! : “L’iniquità renderà deserta tutta la terra e la malvagità rovescerà i troni dei potenti”!!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Magnifica la sorte dei giusti: vivono per sempre, la loro ricompensa è “nel Signore” (dice il testo greco), di essi ha cura l’Altissimo (alla lettera: la protezione di loro, la sollecitudine per loro è presso L’Altissimo). Questa cura è indicata con le belle immagini che abbiamo letto nei salmi: “li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo”. – “Riceveranno una magnifica corona regale”: “la regalità della magnificenza”, dice l’originale, e la TOB traduce: “la splendida dignità regale”; riceveranno “un bel diadema dalle mani del Signore”, alla lettera “il diadema della bellezza”; anche la bellezza è qualità divina e dono divino.
Mi hanno molto colpito i versetti 17-23, nei quali la natura viene presentata come un’arma nelle mani del suo Creatore. Essa, diretta dal Signore, si ribella alla stoltezza degli empi e “combatte con lui contro gli insensati”. Segue una descrizione di cataclismi, uragani, inondazioni fino al terribile epilogo finale, nel quale la creazione è totalmente devastata e l’ordine sociale distrutto. Un panorama sentito da tempo come una minaccia possibile per la nostra terra e per l’umanità intera.
Propongo di riascoltare, di questa bella e terribile narrazione biblica vecchia di molti secoli ma così drammaticamente attuale, una risonanza del tutto laica ma ancora affascinante, risalente agli anni ’60 del secolo scorso come “Noi non ci saremo” di Francesco Guccini. E poi di lasciarsi prendere per mano dall’enciclica Laudato si’ di Francesco.