17 Vediamo se le sue parole sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. 18 Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. 19 Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. 20 Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà». 21 Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati. 22 Non conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile. 23 Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. 24 Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.
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Davanti a questa Parola mi sento e mi so troppo inadeguato, perché anche il volerla considerare una “profezia” mi sembra troppo poco! Anche rispetto ai racconti evangelici della Passione del Signore mi sembra che qui ci troviamo davanti a “consapevolezze” di grande profondità!
E’ certamente vera l’affermazione del ver.21: “Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati”, ma bisogna dire che per lo meno lo stato d’animo di questi persecutori è straordinariamente sospeso! Essi sembrano infatti ben consapevoli dell’azione divina di salvezza: “Se il giusto è figlio di Dio, Egli verrà in suo aiuto e lo libererà” (ver.18); essi vogliono “conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione” (ver.19)!
Sembra quindi che l’autore del Libro della Sapienza voglia porre in modo decisivo l’argomento della vita eterna, come viene chiaramente espresso al ver.22, dove si dice che essi “non conoscono i misteri (meglio che “i misteriosi segreti”) di Dio” e quindi non credono alla vita eterna che è “ricompensa per la rettitudine” e “premio per una vita irreprensibile”. Tuttavia mi sembrano rappresentare – anche se “empi”! – un livello avanzatissimo della profezia ebraica, che mi fa pensare per esempio al testo mirabile di Isaia 53. Certo, essi non credono che questo “giusto povero” sarà liberato dalla morte, ma ammettono che tale è la fede di colui che ora vogliono uccidere, e tali sono infatti le sue parole al ver.20. Per questo dicevo che sento fortemente una specie di sospensione d’animo, che tra l’altro avvertivo anche nella prima parte del cap.2.
Tutto mi porta a pensare ad un’attenzione forte di Dio stesso verso di loro, attenzione che sembra accompagnare fortemente lo scrittore sacro! I vers.23-24 sono la grande memoria di Genesi 1-3 e del grande dramma dell’invidia del diavolo, che qui viene affermata con straordinaria lucidità!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Al v. 23 troviamo quella bella affermazione che ci rafforza nella lieta aspettativa di quello che saremo: “Sì! – quasi a dire: E’ certo, ve lo confermo – Dio ha creato l’uomo per la incorruttibilità”. Si corromperà la parte fisica, biologica, ma non l’uomo, non la persona umana. Egli infatti “ne ha fatto un’immagine della propria natura”: così traduce la Bibbia di Ger., che precisa che quel termine “natura” ha come varianti “eternità” o “somiglianza”. Dal contesto – commenta la TOB – si tratta proprio della eternità. Da Gesù poi abbiamo avuto la certezza di essere messi a parte, e fin da ora, della condizione divina.