1 Sugli empi sovrastò sino alla fine una collera senza pietà, perché Dio prevedeva anche ciò che avrebbero fatto, 2 cioè che, dopo aver loro permesso di andarsene e averli fatti partire in fretta, cambiato proposito, li avrebbero inseguiti. 3 Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti e piangevano sulle tombe dei morti, presero un’altra decisione insensata e inseguirono come fuggitivi quelli che già avevano pregato di partire. 4 A questo estremo li spingeva un meritato destino, che li gettò nell’oblio delle cose passate, perché colmassero la punizione che ancora mancava ai loro tormenti, 5 e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario, essi incappassero in una morte singolare. 6 Tutto il creato fu modellato di nuovo nella propria natura come prima, obbedendo ai tuoi comandi, perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi. 7 Si vide la nube coprire d’ombra l’accampamento, terra asciutta emergere dove prima c’era acqua: il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli e flutti violenti una pianura piena d’erba; 8 coloro che la tua mano proteggeva passarono con tutto il popolo, contemplando meravigliosi prodigi. 9 Furono condotti al pascolo come cavalli e saltellarono come agnelli esultanti, celebrando te, Signore, che li avevi liberati.
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Il Libro della Sapienza enfatizza il passaggio del Mar Rosso, salvezza per il popolo di Dio e morte per gli egiziani inseguitori. I vers.1-4 mettono in evidenza il terribile errore di coloro che, “mentre erano ancora occupati nei lutti e piangevano sulle tombe dei morti” per la morte dei loro figli, “dopo aver loro permesso di andarsene …. li avrebbero inseguiti”. Era una “decisione insensata”, ma era soprattutto “un meritato destino”.
Ed ecco quindi la radicale diversità tra “il viaggio straordinario” intrapreso dagli ebrei fuggitivi, e la “morte singolare” (alla lettera, “strana”) nella quale gli egiziani precipitano.
Il ver.6 vede tutto questo come una nuova creazione: “il creato fu modellato di nuovo nella propria natura”. Questa “natura propria” è quella che obbedisce ai comandi di Dio: non quindi una storia aggiogata alle leggi della natura, ma una natura che si rimodella per servire e accogliere la storia creata e guidata da Dio! E questo, appunto, “perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi” .
Così, al ver.7, “il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli e flutti violenti una pianura piena d’erba”! E i vers.8-9 vedono questa natura mutata non solo come via di fuga ma anche come luogo di celebrazione del “Signore che li aveva liberati”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Se guardiamo con attenzione ciò che si dice degli ebrei in fuga, scopriamo come sia stato affascinante il cammino dell’esodo (che poi è quello che tutti noi stiamo facendo). Fu “un viaggio straordinario”, nel corso del quale “coloro che la mano di Dio proteggeva passarono con tutto il popolo, contemplando meravigliosi prodigi”. La protezione di Dio e le meraviglie di Dio… La natura vi prende parte: non è facile capire il v.6, ma esso attesta che essa, rinnovata in se stessa, adempie il disegno divino di salvezza in favore del popolo. Colpisce quella strada “senza ostacoli” in una pianura divenuta verdeggiante, dove i cavalli pascolano beati e gli agnelli saltellano felici.