10 Faceva eco il grido discorde dei nemici e si diffondeva il lamento di quanti piangevano i figli. 11 Con la stessa pena il servo era punito assieme al padrone, l’uomo comune soffriva le stesse pene del re. 12 Tutti insieme, nello stesso modo, ebbero innumerevoli morti, e i vivi non bastavano a seppellirli, perché in un istante fu sterminata la loro prole più nobile. 13 Quanti erano rimasti increduli a tutto per via delle loro magie, allo sterminio dei primogeniti confessarono che questo popolo era figlio di Dio. 14 Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo rapido corso, 15 la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile 16 e, fermatasi, riempì tutto di morte; toccava il cielo e aveva i piedi sulla terra. 17 Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili li atterrivano e timori inattesi piombarono su di loro. 18 Cadendo mezzi morti qua e là, mostravano quale fosse la causa della loro morte. 19 Infatti i loro sogni terrificanti li avevano preavvisati, perché non morissero ignorando il motivo delle loro sofferenze.
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Si possono distinguere chiaramente due parti del nostro brano. I vers.11-13 ricordano la giustizia divina come condanna dei nemici e salvezza dei figli. E al ver.13 ancora una volta il ravvedimento dei nemici rappresentati dagli Egiziani che “confessarono che questo popolo era figlio di Dio”: stupenda questa espressione che appunto dice il popolo non solo come popolo di Dio, ma come “figlio di Dio”!
Al ver.14 entra nel discorso la Parola di Dio, “la tua Parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale” che porta il divino decreto irrevocabile “come spada affilata”. E allora questa azione divina della Parola diventa profezia della Parola fatta carne che porta il giudizio di morte come via e grembo della risurrezione.
E questo è profezia della vita nuova di tutta la storia e di tutta la creazione: in Gesù, Parola di Dio fatta carne, tutto muore e risorge. Allora il giudizio divino diventa giudizio di salvezza e per la salvezza. Dio non viene in Gesù per condannare, ma per salvare.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.