5 Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie e venivano distrutti per i morsi di serpenti sinuosi, la tua collera non durò sino alla fine. 6 Per correzione furono turbati per breve tempo, ed ebbero un segno di salvezza a ricordo del precetto della tua legge. 7 Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato non per mezzo dell’oggetto che vedeva, ma da te, salvatore di tutti. 8 Anche in tal modo hai persuaso i nostri nemici che sei tu colui che libera da ogni male. 9 Essi infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e mosconi, né si trovò un rimedio per la loro vita, meritando di essere puniti con tali mezzi. 10 Invece contro i tuoi figli neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero, perché la tua misericordia venne loro incontro e li guarì. 11 Perché ricordassero le tue parole, venivano feriti ed erano subito guariti, per timore che, caduti in un profondo oblio, fossero esclusi dai tuoi benefici. 12 Non li guarì né un’erba né un unguento, ma la tua parola, o Signore, che tutto risana.
Sapienza 16,5-12

Ci è sempre più evidente che il Libro della Sapienza rivisita la storia della salvezza “trasfigurandola” affinchè tutto quello che è accaduto sia interno al disegno divino della salvezza del suo Popolo.
Per questo, viene drammatizzata la sorte dei “nemici” egiziani rispetto alla vicenda dei serpenti e del serpente che guariva chi lo guardava. E questo però illumina potentemente la potenza salvifica della Parola di Dio: così il serpente di bronzo viene interpretato come “segno di salvezza a ricordo del precetto della tua legge (ver.6).
E il serpente non era in se stesso la salvezza, perché la salvezza veniva dal Signore, che è il “salvatore di tutti” (ver.7).
E, aggiunge il ver.8, “in tal modo hai persuaso i nostri nemici che sei tu colui che libera da ogni male”: notiamo come l’orizzonte della salvezza divina si dilati ancora una volta, al di là del popolo eletto, persino ai suoi nemici!
Gli egiziani erano puniti con i flagelli mandati da Dio per liberare il suo Popolo (ver.9), mentre contro i figli di Dio “neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero, perché la tua misericordia venne loro incontro e li guarì” (ver.10).
E ancora, i vers.11-12 ribadiscono che la salvezza non viene dalla potenza di oggetti e realtà create, ma sempre e solo dalla Parola di Dio. I “segni” servono a “ricordare le tue Parole”, e per questo dai serpenti “venivano feriti ed erano subito guariti”, perché la Parola voleva punire, ma non escludere dai doni di Dio! E la Parola divina, che “tutto risana”, è sempre Parola di salvezza.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Come governa Dio “secondo misericordia”? L’autore ci dà numerose indicazioni nei versetti odierni: la sua collera non dura (v.5); se ci turba per i nostri errori, è “per breve tempo”(v.6), e subito invia “un segno di salvezza”. Egli – non i segni, i riti, le formule… – è “il salvatore di tutti” (v.7), è “colui che libera da ogni male”(v.8; e abbiamo qui un’altra sua stupenda definizione). La sua misericordia va incontro all’uomo ferito e lo guarisce (v.10). Lui stesso teme che l’uomo punito sia ferito a tal punto da lasciarsi andare del tutto e perdere i benefici dell’unione e della comunione con Lui (v.11): Egli non vuole certo una simile infelice conclusione. Ancora illuminante il versetto 12: “la tua parola, Signore, tutto risana”.
v5 non rimane l’ira… perchè il volgersi al serpente è convertirsi,at 3, regola pr7, obbedire al Figlio che prende su di se l’ira sul legno della croce cf gv 3,36. invito ad accogliere la sua misericordi !
– Dobbiamo anche noi rivisitare, ”trasfigurandola”, la nostra storia personale — Anche ciò di cui non riusciamo a cogliere il senso è inserito nel disegno divino che ha come fine la nostra salvezza… –