13 Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte, conduci alle porte del regno dei morti e fai risalire. 14 L’uomo uccide con la sua malvagità, ma non può far ritornare uno spirito che se n’è andato, né libera un’anima già accolta nel regno dei morti. 15 È impossibile sfuggire alla tua mano: 16 perciò gli empi, che rifiutavano di conoscerti, furono fustigati dalla forza del tuo braccio, perseguitati da piogge strane, da grandine, da acquazzoni travolgenti, e consumati dal fuoco. 17 E, cosa più sorprendente, nell’acqua che tutto spegne il fuoco prendeva sempre più forza, perché alleato dei giusti è l’universo. 18 Talvolta la fiamma si attenuava per non bruciare gli animali inviati contro gli empi e per far loro comprendere a tale vista che erano incalzati dal giudizio di Dio. 19 Altre volte, anche in mezzo all’acqua, la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco per distruggere i germogli di una terra iniqua. 20 Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli, dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto. 21 Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli, si adattava al gusto di chi ne mangiava, si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
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Il ver.13 ci regala una luminosa profezia della potenza divina di morte e di risurrezione, mentre il ver.14 ci ricorda che l’uomo ha solo il potere di uccidere, ma non quello di far risorgere “uno spirito che se n’è andato..”.
Mi sembra sia possibile considerare tale potere divino di morte e risurrezione quello che genera e governa tutta l’azione divina descritta nei versetti successivi. Mi chiedo con voi: dunque possiamo e dobbiamo pensare che nel disegno e nell’opera di Dio la morte sia sempre rivolta e volta alla risurrezione? Se è così, e se è meravigliosamente “impossibile sfuggire alla tua mano” (ver.15), cioè alla mano di Dio, allora tutta la creazione è chiamata a celebrare questo evento di “morte-risurrezione”!
Se è così, la concezione di un rigido compiersi di ogni evento della natura, secondo rigide e immutabili leggi e regole, simboleggiato nell’elemento del “fuoco” nei vers.16-19, deve essere ripensata, perché il fuoco incessantemente muta la sua forza e la sua opera, perché esso è tutto al servizio della potenza salvifica di Dio! Infatti, “alleato dei giusti è l’universo” (ver.17)!!
Forse sto dicendovi una pazzia, ma mi affascina il pensiero che tutta la creazione sempre celebri, in ogni sua manifestazione ed evento, l’evento pasquale! Ed ecco allora anche “frate foco” (direbbe S.Francesco) che si adegua al compiersi della volontà divina della salvezza, e quindi conduce alla morte per ricondurre tutti e tutto alla risurrezione e alla vita.
Di tutto questo ci dona sintesi mirabile l’immagine del “cibo degli angeli” (vers.20-21), che esprime tutta la potenza dell’amore del Signore nei nostri confronti! E’ “un pane pronto senza fatica”, perché è assolutamente dono di Dio. E’ “capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto”, perché è salvezza e gioia per ognuno che lo riceva. “Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli, si adattava al gusto di chi ne mangiava, si trasformava in ciò che ognuno desiderava”!!! Mi sembra bello oggi cercare di imparare a memoria questi due ultimi versetti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il Signore ha potere sulla vita e sulla morte…; il suo potere lo esercita solo a nostro vantaggio, poiché – come abbiamo visto al v.7 – Egli è “il salvatore di tutti” (ma proprio tutti) e “tutto risana”(v.12). – “Alleato dei giusti è l’universo”: spero, e credo, che sia proprio come scrive Giovanni nel suo commento. – Nei versetti sul “pane dal cielo” si sottolinea il particolare che esso “si adattava al gusto di chi ne mangiava”: si direbbe che a Dio stia a cuore che noi viviamo con gusto, con gioia, con piacere… Non gli dispiace affatto che siamo felici!