15 Ella liberò il popolo santo e la stirpe senza macchia da una nazione di oppressori. 16 Entrò nell’anima di un servo del Signore e con prodigi e segni tenne testa a re terribili. 17 Diede ai santi la ricompensa delle loro pene, li guidò per una strada meravigliosa, divenne per loro riparo di giorno e luce di stelle nella notte. 18 Fece loro attraversare il Mar Rosso e li guidò attraverso acque abbondanti; 19 sommerse invece i loro nemici e li rigettò dal fondo dell’abisso. 20 Per questo i giusti depredarono gli empi e celebrarono, o Signore, il tuo nome che è santo, e lodarono concordi la tua mano che combatteva per loro, 21 perché la sapienza aveva aperto la bocca dei muti e aveva reso chiara la lingua dei bambini.
Sapienza 10,15-21

Il verbo “liberò” del ver.15 ci invita a ricordare che l’opera di liberazione è per la fede ebraica e cristiana l’azione fondamentale di Dio. E’ in certo senso l’elemento profondo dell’evento! Da questa liberazione ricordata al ver.15 del nostro brano, fino alla liberazione dal male e dalla morte che celebriamo a Pasqua, sempre noi veniamo “liberati” dal Signore che ci ama.
Siamo ben lontani dal pensiero classico, che ritiene ogni persona fondamentalmente “libera” e quindi responsabile di ogni sua scelta. L’umanità biblica deve essere incessantemente liberata! Per questo, la maternità della Chiesa ci invita ad iniziare sempre la nostra preghiera con il ver.1 del Salmo 70(71): “Dio vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto”.
L’evento oggi ricordato e celebrato dalla Parola di Dio è in certo senso il principio, l’origine della storia di un popolo che tale non si può dire se non quando Dio lo libera dalla schiavitù, “da una nazione di opprimenti”, dice alla lettera.
Il nostro Libro interpreta tutto questo come dono, presenza e potenza della Sapienza di Dio! Dunque la Sapienza è la presenza di Dio nella storia di questo popolo, la sua presenza “nel popolo”, e la sua presenza nelle persone di questo popolo.
Qui, al ver.16, si dice che la Sapienza “entrò nell’anima di un servo del Signore”: è Mosè questo servo, e in lui e attraverso di lui, la Sapienza “con prodigi e segni tenne testa a re terribili”.
Per questo, “la Sapienza” è il soggetto di ogni evento descritto nei vers.15-19: “Diede ai santi la ricompensa … li guidò … divenne per loro …fece loro attraversare il Mar Rosso … li guidò … sommerse invece i loro nemici e li rigettò”.
Ed è quindi decisivo quel “per questo” del ver.20! Come è stato possibile tutto questo nella vicenda di una popolazione di schiavi oppressi? E’ stata l’opera di Dio per loro e in loro.
Da qui una conseguenza di straordinaria portata: quegli antichi eventi sono in realtà la struttura profonda e la rivelazione luminosa della “mia storia”, della “tua storia”, della “nostra storia”! E’ la Parola di Dio che mi “rivela” pienamente chi sono, da dove vengo, come mai, e tutto il resto!
Ed è quindi la Parola che mi dice quello che devo fare: quello che i miei padri hanno fatto nei vers.20-21, dove mi sembrano da sottolineare specialmente due passaggi: “lodarono concordi la tua mano che combatteva per loro” e la sapienza che “aveva aperto la bocca dei muti e aveva reso chiara la lingua dei bambini”: tutti a lodare e a benedire il Signore per la sua Sapienza che visita, libera e allieta tutto il popolo!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Quello che più mi colpisce in questa parte del libro della Sapienza, è il vedere la Sapienza stessa protagonista assoluta della storia dell’uomo e della sua liberazione. Il nostro essere ancorati alla realtà materiale, alle “cose che si vedono”, e la pochezza della nostra fede lasciano spazio, di tanto in tanto, al pensiero che Dio sia assente, se ne stia in silenzio, lontano dalle nostre vicende e drammi quotidiani. Non è così – ci dicono queste pagine -: la Sapienza è presente, è operosa e conduce gli avvenimenti della storia. E se questo è vero per i grandi fatti della liberazione e salvezza di Israele, non può non essere vero anche per la nostra piccola ma importante vicenda personale, il percorso della nostra liberazione e salvezza. – Come gli ebrei, schiavi senza diritto di parola e balbettanti come bambini, esplosero nel canto di lode e ringraziamento a Dio, così anche noi oggi…