1 Salmo. Di Davide, quando era nel deserto di Giuda.
2 O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
3 Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
4 Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
5 Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
6 Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
7 Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
8 a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
9 A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene.
10 Ma quelli che cercano di rovinarmi
sprofondino sotto terra,
11 siano consegnati in mano alla spada,
divengano preda di sciacalli.
12 Il re troverà in Dio la sua gioia;
si glorierà chi giura per lui,
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.

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Il “titolo” del Salmo (ver.1) collega la “sete” del Salmista alla permanenza di Davide nel deserto. In questo modo propone la figura della “sete” come un dato profondo della vita del credente. Il credente come un assetato. L’immagine è molto preziosa, perché si tratta di una sete che ha già trovato e sperimentato la fonte cui dissetarsi. Dice infatti “dall’aurora ”ti” cerco, ha sete “di te” l’anima mia”. La sete dice “povertà”, ma quel “di te” dice tutta la positività di quella sete! Allora la sete, e la gioia di dissetarsi, s’incontrano. Come per dire che “è bello avere sete”! Ed è molto forte l’espressione “dall’aurora ti cerco”: si tratta di un unico termine che dice sia la ricerca sia la sete. Come se dicessimo in modo grossolano, “auroreggio verso te”! Penso che per diversi di noi questa ricerca del Signore prima dell’inizio di ogni giornata, anche con la sua fatica, sia grande delizia! A me piace moltissimo che all’inizio della giornata si cerchi di non dire altre parole prima di proclamare l’inizio della preghiera con un versetto del Salmo 50(51): “Signore, apri le mie labbra. E la mia bocca proclami la tua lode”. E’ un inizio che dice già tutto il volto profondo di tutta la giornata: la nostra povertà, la nostra sete, visitata e dissetata dal Signore! Io sono una “terra arida, assetata, senz’acqua”, ma Tu scendi a me.
Per questo al ver.3 direbbe, alla lettera, “sono comparso, mi sono presentato, davanti a Te”. Ho sete, ma so dove andare, dove incontrarmi con “la tua potenza e la tua gloria”. E il ver.4 reinterpreta l’immagine della sete dissetata: “il tuo amore vale più della vita”: ci si disseta dell’amore di Dio! La Parola che ci dona questo amore noi la “restituiamo” come lode a Lui: “con labbra gioiose ti loderà la mia bocca”. La Parola di Dio che scende a noi e ci disseta, risale a Lui come lode delle nostre labbra.
Poniamoci a questo punto una domanda importante: stiamo parlando qui della preghiera e solo della preghiera? No, stiamo parlando del senso profondo di tutta la nostra vita. Non c’è separazione tra la preghiera e la vita. Non c’è la cosidetta “contemplazione” da una parte, e l’ “azione” dall’altra.. Questa è semplicemente la nostra vita. La preghiera è l’espressione profonda, il paradigma e l’immagine profonda della nostra vita. Persino durante la notte, persino quando magari qualcuno non riesce a dormire, “di te mi ricordo” e “esulto di gioia all’ombra delle tue ali”. Così i vers.7-8.
Così pure il travaglio di ogni giorno e le sue prove saranno occasione per cogliere come Dio non ci abbandoni, e siano vinti tutti i fatti che “cercano di rovinarmi”(ver.10).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Un salmo che è proprio un grande aiuto alla nostra preghiera per le immagini che ci offre, per i sentimenti che ci aiuta ad esprimere… Un commento sottolinea la “densità corporea” del testo: levarsi all’alba, avere sete, saziarsi, stare all’ombra, contemplare, alzare le mani… Si è proprio coinvolti “anima e corpo”! C’è un punto che mi sembra particolarmente bello: “A te si stringe l’anima mia:/ la tua destra mi sostiene”(v.9). “Il mio respiro si incolla a te”, dice un’altra traduzione. Alla lettera sarebbe “aderisce dietro” di te… Così, in questo stringersi, in qualunque circostanza, in qualunque difficoltà, la forza della Tua destra mi sostiene. Nella Bibbia di Ger.(vecchia edizione in francese): “Mon ame se presse contre toi,/ ta droite me sert de soutien”.