1 Al maestro del coro. Su «Iedutùn». Salmo. Di Davide.
2 Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia salvezza.
3 Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: mai potrò vacillare.
4 Fino a quando vi scaglierete contro un uomo,
per abbatterlo tutti insieme
come un muro cadente,
come un recinto che crolla?
5 Tramano solo di precipitarlo dall’alto,
godono della menzogna.
Con la bocca benedicono,
nel loro intimo maledicono.
6 Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
7 Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.
8 In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.
9 Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore:
nostro rifugio è Dio.
10 Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini:
tutti insieme, posti sulla bilancia,
sono più lievi di un soffio.
11 Non confidate nella violenza,
non illudetevi della rapina;
alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore.
12 Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
la forza appartiene a Dio,
13 tua è la fedeltà, Signore;
secondo le sue opere
tu ripaghi ogni uomo.
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L’avverbio “solo” (solamente) ripetuto cinque volte ai vers.2-7 sottolinea la drammaticità e insieme la profondità dell’esperienza spirituale del Salmista: sia per quello che riguarda la durezza dell’assalto nemico – “Tramano solo di precipitarlo dall’alto…”(ver.5) – sia per la potenza della fede nel Signore – “Solo in Dio riposa l’anima mia…Lui solo è mia roccia e mia salvezza…(vers.2-3)…Solo in Dio riposa l’anima mia…Lui solo è mia roccia e mia salvezza…(vers.6-7). La sconfinata debolezza nostra “come un muro cadente, come un recinto che crolla”(ver.4), e la determinazione violenta dei nemici che “tramano solo di precipitarlo dall’alto…”(ver.7), tutto questo spiega la radicalità dell’affidamento al Signore.
Sembra anche oggi riaffermarsi che le prove della vita sono la grande “occasione” dell’esperienza dell’amore di Dio per noi: “In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio”(ver.8). E incalza il ver.9: “Confida in Lui o popolo, in ogni tempo; davanti a Lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio”. L’esperienza personale viene proposta come strada per tutti: “…il mio rifugio è in Dio…nostro rifugio è Dio”.
Ci sono alle spalle i tentativi fallimentari di trovare in altre realtà l’aiuto necessario. Ma “..sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini…”(ver.10). Né tanto meno si può confidare in altre ipotesi, dice il ver.11, come la violenza, o la rapina, o la ricchezza. Sono cattive illusioni cui non attaccare il cuore!
I vers.12-13 sono il sigillo che viene dalla stessa parola di Dio, “una” Parola detta da Dio che porta con sé “due” doni: la potenza salvifica del Signore e la sua misericordia verso di noi. Saremo giudicati per come avremo accolto tali doni.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche oggi leggiamo immagini di grande poesia ed efficacia: così quel “muro cadente”, quel “recinto che crolla”(v4), quel “precipitare dall’alto”(v.5). E poi l’immagine che comprende il soffio e la bilancia: ricorda la fragilità della nostra condizione -“sono un soffio i figli di Adamo”-; anche se ci consideriamo nella nostra totalità, “pesiamo” ben poco – “tutti insieme, posti sulla bilancia, sono più lievi di un soffio”(v.10). Nemmeno battendo le vie della violenza, del sopruso, della ricchezza… possiamo garantirci una posizione più forte, più alta e sicura. Ma come il salmista, così anche noi abbiamo udito la parola che il Signore fedele ha detto, e a questa attingiamo la nostra sicurezza, il rifugio sicuro, la speranza e la salvezza.