8 Dio ha parlato nel suo santuario:
«Esulto e divido Sichem,
spartisco la valle di Succot.
9 Mio è Gàlaad, mio è Manasse,
Èfraim è l’elmo del mio capo,
Giuda lo scettro del mio comando.
10 Moab è il catino per lavarmi,
su Edom getterò i miei sandali,
il mio grido di vittoria sulla Filistea!».
11 Chi mi condurrà alla città fortificata,
chi potrà guidarmi fino al paese di Edom,
12 se non tu, o Dio, che ci hai respinti
e più non esci, o Dio, con le nostre schiere?
13 Nell’oppressione vieni in nostro aiuto,
perché vana è la salvezza dell’uomo.
14 Con Dio noi faremo prodezze,
egli calpesterà i nostri nemici.

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Questa seconda parte del Salmo 59 gioca sul contrasto tra i vers.8-10 e i vers.11-14. La prima parte proclama la potenza di Dio su tutto e verso tutti. Il suo Popolo è il segno e il luogo della sua potenza e quindi la prospettiva della sua signorìa su tutte le genti. I vers.11-14 si presentano come la “crisi” di tutto questo! Infatti, solo questo Dio potente “mi condurrà alla città fortificata” e “potrà guidarmi fino al paese di Edom”(ver.11) Ma Dio è quello che ci ha respinti e più non esce con le nostre schiere (ver.12)! Solo Lui può venirci in aiuto, “perché vana è la salvezza dell’uomo”(ver.13).
Mi sembra che per noi sia molto importante questo contrasto tra la potenza di Dio, la sua elezione nei confronti di Israele e del Messia, e questa condizione di abbandono da parte sua! E’ situazione che si presenta più volte sia nel Salterio, sia in altri luoghi delle Scritture. E’ lo scandalo delle vicenda del Servo di Dio in Isaia 53! Sono da ritenere, io penso, potenti profezie dell’elezione del Figlio di Dio e del suo annientamento fino alla Croce. Non è abbandono di Dio, ma piena obbedienza a Lui del Cristo del Signore. E quindi via vera e piena della salvezza divina. Questo Dio che ci respinge e non esce più con le nostre schiere, è quello che vuole affermare in Gesù la potenza nuova e assoluta della Croce, del Mistero dell’Amore di Dio per tutta l’umanità. “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” grida Gesù dalla Croce citando il Salmo 21(22). Ma questo “abbandono” è in realtà il cuore della salvezza. Chi deride Gesù che non scende dalla Croce non conosce la vera potenza di Dio, non confondibile con le potenze del mondo!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi hanno molto impressionato gli ultimi due versetti.
“Nell’oppressione vieni in nostro aiuto,
perché vana è la salvezza dell’uomo.
Con Dio noi faremo prodezze,
egli calpesterà i nostri nemici.”
Ho provato a intendere i ‘nemici’ come i nostri peccati, i nostri errori, le nostre miserie. Nemici davvero pericolosi, più di chiunque, se il fine della vita è la comunione con Dio e con i fratelli.
Il salmo dice che è vana la salvezza dell’uomo e solo Dio calpesterà i nostri nemici. ‘Vieni in nostro aiuto’..
Ho visto in questi due versetti in maniera molto forte la dichiarazione di non-autonomia dell’uomo.
Come se l’uomo, se funziona, poco, è solo per grazia di Dio.
Da solo non ha speranza. La salvezza dell’uomo è vana.
Sembra non resti che cercare di fare più spazio possibile al Signore. Lui crescere e noi diminuire. L’unico progetto educativo,l’unica speranza,è cercare di accogliere il più possibile il Vangelo.
‘Ora, perchè aspetti?’ chede oggi Gesù a Paolo, negli Atti.
I primi versetti ci danno una splendida immagine di Dio, sovrano vittorioso. Alla maniera degli antichi re, guarda dall’alto i territori conquistati, li enumera, li distribuisce, tenendone alcuni come esclusiva proprietà: Efraim come elmo, Giuda come scettro di comando, Moab come catino; su Edome getta il suo sandalo a significare l’appartenenza… Mi sembra una bella figura di Gesù, che ci ha conquistati a caro prezzo, e a Lui tutti apparteniamo. Certo, quella di Gesù è la regalità della croce! Proprio alla croce hanno pensato antichi commentatori leggendo di quel vessillo che compariva nei versetti di ieri (Hai issato un vessillo per i tuoi fedeli, v.6).