1 Al maestro del coro. Su «Il giglio della testimonianza». Miktam. Di Davide. Da insegnare.2 Quando uscì contro Aram Naharàim e contro Aram Soba e quando Ioab, nel ritorno, sconfisse gli Edomiti nella valle del Sale: dodicimila uomini.
3 Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta,
ti sei sdegnato: ritorna a noi.
4 Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata:
risana le sue crepe, perché essa vacilla.
5 Hai messo a dura prova il tuo popolo,
ci hai fatto bere vino che stordisce.
6 Hai dato un segnale a quelli che ti temono,
perché fuggano lontano dagli archi.
7 Perché siano liberati i tuoi amici,
salvaci con la tua destra e rispondici!

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Come all’improvviso, scompaiono dalla preghiera di questo Salmo i “nemici” che hanno avuto ruolo protagonista in diversi di quelli che abbiamo ascoltato e celebrato nei giorni precedenti. Così ci si colloca nell’elemento essenziale della fede, che è il nostro rapporto con il Signore. Ascoltavo anche negli “Insegnamenti spirituali” di Doroteo di Gaza come tutto vada sempre accettato e accolto da Dio. In Lui infatti, tutto diventa per noi occasione e opportunità di conversione, di salvezza e di piena comunione con Lui. Per questo il Salmista può citare una sconfitta subita come proveniente da Dio stesso: “Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta, ti sei sdegnato: ritorna a noi.”(ver.3). E tutto quello che viene dal Signore è per la nostra salvezza, per il nostro bene, perché in tutto e attraverso tutto Egli ci ama. Anche in quello che oggettivamente definiamo una sventura, una prova…: “Hai messo a dura prova il tuo popolo, ci hai fatto bere vino che stordisce”(ver.5).
Se la prova è collettiva, e quindi coinvolge “buoni e cattivi”, “quelli che ti temono”(ver.6) vivono la stessa esperienza in modo diverso rispetto a noi peccatori. A loro infatti “hai dato un segnale…perché fuggano lontano dagli archi”. Vedo infatti come la stessa prova sia subita e vissuta in modo diverso da chi accoglie tutto dal Signore, come sua provvidenza. Sono queste le situazioni e le vicende nelle quali sperimentiamo come i piccoli, i poveri, gli umili, i miti, siano angeli di salvezza per tutti! Ascoltiamo dal ver.7: “Perché siano liberati i tuoi amici, salvaci con la tua destra e rispondici”. Potente è la loro intercessione. Mi accade di osservare che addirittura questi piccoli diventano sovente segno e testimonianza di Gesù stesso, e la loro vita è accolta da Dio come vittima d’amore per la salvezza di tutti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi mi ha colpito ciò che Giovanni osserva a proposito del modo di vivere dei piccoli,i poveri,gli umili ed i miti;per questo motivo è sorto in me un sentimento di riconoscenza (purtroppo temo che duri solo per breve tempo)per queste “sconosciute persone ” e mi sembra molto bella la loro definizione data da Giovanni “Angeli di salvezza per tutti!”.Inoltre in un mondo soffocato dalla voglia di apparire essi,come gli Angeli, sono invisibili, non si percepiscono con gli occhi,ma con il cuore ;Dio(o Gesu’)per me sono un poco quasi sempre fonte di mistero però in questo caso mi viene spontaneo un ringraziamento per i doni di infinito Amore e di meravigliosa Sapienza della Santa Trinita’.
le parole del salmo di oggi, e i commenti che ne sono stati dati, mi colpiscono in modo rassicurante.
è bello pensare che la risposta del Signore, e la salvezza che da essa verrà, possa sanare il contrasto tra noi — che siamo stati messi in rotta, abbiamo vacillato, ci siamo storditi col vino e abbiamo suscitato lo sdegno di Dio — e coloro che invece ne hanno udito il segnale e sono fuggiti lontano. bello che dalla nostra salvezza possa derivare anche la loro liberazione.
I commentatori si chiedono: Siamo di fronte a una sconfitta militare (“Ci hai messi in rotta…”) o a un cataclisma naturale? Il terremoto è perfettamente descritto: “Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata:/ risana le sue crepe, perché essa vacilla”. Comunque sia, mi colpiscono quei verbi ripetuti: Ci hai respinti, ci hai messi in rotta, hai messo a dura prova, hai dato un segnale… Dunque, grande è la fede dell’orante: per lui è il Signore il protagonista , l’attore principale delle vicende, umane e naturali. Colui, che noi consideriamo (spesso) il Grande Assente, è invece vicino e operante nella storia e nelle piccole e grandi cose della nostra vita.