1 Al maestro del coro. Per flauti. Salmo. Di Davide.
2 Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
3 Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.
4 Al mattino ascolta la mia voce;
al mattino ti espongo la mia richiesta
e resto in attesa.
5 Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
6 gli stolti non resistono al tuo sguardo.
Tu hai in odio tutti i malfattori,
7 tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta.
8 Io, invece, per il tuo grande amore,
entro nella tua casa;
mi prostro verso il tuo tempio santo
nel tuo timore.
9 Guidami, Signore, nella tua giustizia
a causa dei miei nemici;
spiana davanti a me la tua strada.
10 Non c’è sincerità sulla loro bocca,
è pieno di perfidia il loro cuore;
la loro gola è un sepolcro aperto,
la loro lingua seduce.
11 Condannali, o Dio,
soccombano alle loro trame,
per i tanti loro delitti disperdili,
perché a te si sono ribellati.
12 Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Proteggili, perché in te si allietino
quanti amano il tuo nome,
13 poiché tu benedici il giusto, Signore,
come scudo lo circondi di benevolenza.
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PRIMA PARTE
Due volte nel Salmo 5, al ver.4, viene citato il mattino. Mi sembra che più che voler essere in modo specifico una preghiera del mattino, questa annotazione di tempo aiuti a pensare ad un preliminare, aiuti a mettersi nei “presupposti” di tutto quello che accade nella storia di ciascuno indicandone le prove, le inimicizie, e insieme la potenza dell’amore di Dio che è la nostra vera unica forza nella buona battaglia quotidiana della fede. Possiamo quindi interpretare questo Salmo come risposta alla domanda che ognuno deve porsi: come farò a cavarmela? e questo direi in ogni istante della vita, e certamente all’inizio di ogni giornata come all’inizio di ogni vicenda.
I vers.2-4 sono quindi una grande invocazione al Signore perchè porga l’orecchio, sia attento alla nostra preghiera, intenda il nostro lamento, ascolti la nostra voce…Il ver.4 dice che “al mattino ti espongo la mia richiesta”. E’ una libera interpretazione del verbo che dice come io metta all’attenzione del Signore quella che mi sembra la situazione in cui mi trovo e quello che mi aspetta…
I vers.5-7 sottolineano l’inimicizia radicale di Dio verso tutto ciò che è male (ver.5). Propongo di leggere tutto il seguito di questi tre versetti come descrizione di ciò che è “male”. Così facendo, diventa chiaro e semplice cogliere nei malvagi, negli stolti, nei malfattori, nei bugiardi, nei sanguinari e negli ingannatori, tutti coloro che da questi “mali” sono dominati e governati. La lettura cristiana del testo chiede quindi che più che considerare i malfattori, noi teniamo presente i mali che dominano il cuore umano, a partire dal nostro cuore. E sarà proprio la nostra esperienza diretta del male e della sua potenza a farci comprendere come solo Dio possa abbattere ciò che ci domina e liberarci da ciò che ci tiene prigionieri. E’ bene quindi pensare che , per esempio, il “cattivo”sia una persona dominata dalla cattiveria, come il violento è dominato dalla violenza. Insomma, non ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall’altra: tutti sperimentiamo la potenza del male e di come il male possa ridurci ad una schiavitù dalla quale solo il Signore può liberare.
SECONDA PARTE
Ecco perchè allora il ver.8 esordisce proclamando che “io, invece, per il tuo grande amore (alla lettera è il termine “misericordia”, parola che sottolinea la realtà di un amore tutto preveniente, che non è riposta a qualcosa di buono, ma liberazione e salvezza da quello che è cattivo), entro nella tua casa”. Questo è il grande, misterioso regalo che il Signore ci fa anche oggi! E qual’è la sua “casa”? Non si deve pensare ad un “luogo” preciso e specifico, quanto ad un avvenimento, ad un “tempo”, nel quale il Signore ci viene a visitare con la potenza della sua Parola. In questo momento io sto scrivendo in camera mia questo messaggino, ma spero di poterlo fare alla presenza del Signore, nel riparo della sua misericordia e del suo paziente amore nei miei confronti. La sua casa è l’abbraccio nel quale mi accoglie e mi sana. In questa “casa” non saprei arrivare ed entrare con le mie forze, e per questo dice “io, invece, per il tuo grande amore” posso entrare in questo incontro di luce e di salvezza con il mio e nostro Signore! E posso, sempre secondo il ver.8, prostrarmi “verso il tuo tempio santo nel tuo timore”. Dove questo timore non è tanto la paura, quanto l’esperienza travolgente della sua presenza e della sua comunione salvifica con me e con la mia povera vita.
Tutto questo mette in evidenza quali siano i “miei nemici”, e cioè tutti i mali che mi tengono prigioniero, e anche i “mali” che tengono prigionieri i miei fratelli e tutta l’umanità fino ai confini della terra, per la quale voglio pregare. Per me e per tutti chiedo che sia “spianata davanti a me la tua strada”(ver.9). E’ quello che Gesù ci ha insegnato a domandare nella nostra preghiera al Padre: “liberaci dal male” o “liberaci dal Maligno”, dove in questa seconda ipotesi è più chiaro che il male non è prima di tutto il male che io faccio ma quello che subisco e di cui sono diventato prigioniero, e dal quale solo Dio può liberarmi. E’ in questa prospettiva che vanno ascoltati i vers.10-11!! Altrimenti si cade nella tentazione di giudicare il fratello e di mettersi tra i farisei che pensano di essere giusti: possiamo riascoltare la parabola di Luca 18,9-14!
Per tutto questo, possono gioire ed esultare senza fine “quanti in te si rifugiano”(ver.12) e “quanti amano il tuo nome”. Mi chiedo, qual’è il “nome” di Dio? E’ Gesù! Ed è Gesù quello che noi dobbiamo pensare indicato, come primo di tutti noi, dal ver.13: “…poichè tu benedici il giusto, come scudo lo circondi di benevolenza”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi è piaciuto il suggerimento di un commentatore, che vede rappresentata in questo salmo la pratica giudiziaria di Israele. L’innocente, osteggiato da nemici perfidi e bugiardi, si rivolge a Dio, suo Re; il Re, infatti, aveva anche la funzione di giudice supremo. La sede del giudizio è presso il tempio: il protagonista entra nella casa di Dio e si prostra verso il tempio santo (v.8). Ora, al mattino, secondo la prassi, espone la sua causa; poi resta in attesa del giudizio (v.4). Egli è fiducioso perché il Signore è come uno scudo che lo circonda (v.13); può esultare perché Dio gli spiana la strada (v.9). Decisiva la grande realtà affermata al v.5: “Tu non sei un Dio che gode del male”… – In questo contesto giudiziario viene spontaneo pensare a Gesù, al processo ingiusto e falso di cui fu protagonista non lontano dal tempio. Sulle sue labbra possiamo sentire i versetti di questo salmo: “…Signore, intendi il mio lamento,/sii attento alla voce del mio grido…/ In te si allietino quanti amano il tuo nome…”.
Forse vado un po’ controcorrente.
Tra le righe di questo salmo ho letto una grande evoluzione del rapporto tra il salmista e il Signore.
1) v.2-3 Inizia con grande – forse eccessiva! – insistenza (imperativi, pronome personale, l’attesa della riposta):
LE MIE PAROLE ascolta
il mio lamento intendi
la voce del mio grido ascolta
mio re mio Dio…
2) La prima svolta, dopo la descrizione del rapporto Dio-malvagio, al v.8 “io per la tua grande misericordi entrerò nella tua casa, mi prostrerò con timore nel tuo santo tempio”. Ora è il salmista che, umilmente desidera arrivare al cospetto di Dio, NELLA TUA CASA, per adorarlo.
3) Infine è Dio stesso che va verso l’uomo. al v.12 (LXX) gioiscano in te tutti quelli che in te sperano, in eterno esulteranno e tu PORRAI LA TUA DIMORA in loro”.
Questo crescendo straordinario sembra in breve la storia della salvezza: il popolo grida a Dio dall’Egitto, nella terra promessa, nel tempio adora Dio e infine Dio diventa carne e pone la sua tenda tra gli uomini, l’Emmanuele, il Dio con noi, Gesù. Ed è anche la nostra vita di ogni giorno con il Signore, lo invochiamo, lo adoriamo, lo riceviamo.