1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Davide.
2 Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
3 Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore,
amerete cose vane e cercherete la menzogna?
4 Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
5 Tremate e più non peccate,
nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore.
6 Offrite sacrifici legittimi
e confidate nel Signore.
7 Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?».
8 Hai messo più gioia nel mio cuore
di quanta ne diano a loro grano e vino in abbondanza.
9 In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.
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In grande continuità con il Sal.3, mi sembra di avvertire che si tratti di potente profezia della preghiera di Gesù, e sia l’insegnamento che Egli dona a noi che sappiamo poco e male pregare. Ed è preghiera del povero, dell’afflitto, di chiunque vive in una prova superiore alle sue forze. Ci sentiamo interpretati profondamente sia dall’angoscia di cui dice il ver.2, sia della richiesta, nello stesso versetto, di pietà e di ascolto da parte di Dio. Dio è chiamato “Dio della mia giustizia” perchè è Lui e solo Lui che può portare giustizia al nostro cuore e alla nostra vita. Questa umile preghiera, dice Gesù – e noi con Lui! – al Padre, è stata esaudita: “mi hai dato sollievo”. L’esperienza della nostra storia benedetta dal Signore ci invita a pregare ancora! Il sollievo ricevuto da Dio in altre prove ci incoraggia a perseverare nel rivolgerci a Lui. Questo ver.2 è il cuore del Salmo ed esprime in modo profondo la preghiera di Gesù stesso, come dicevamo.
I vers.3-4 trasferiscono a noi l’esperienza di Gesù (e di ogni credente), in forma di rimprovero al ver.3 e come esortazione al ver.4. Siamo esortati a verificare quanto la nostra vita sia vana e poco autentica, e a credere che veramente “il Signore fa prodigi per il suo fedele”. E a questo proposito il Salmista (e Gesù in lui) ribadisce la sua esperienza: “il Signore mi ascolta quando lo invoco”.
Ci affascina come la Parola di Dio, e quindi sempre Gesù stesso, ci offra l’esperienza di un povero come noi, e quindi non la proposta di una preghiera tranquilla e devota, ma la preghiera di un povero peccatore: così, con grande forza, il ver.5! Anche il particolare del silenzio e del letto (un posto che potrebbe sembrare poco dignitoso e poco adatto ad una preghiera devota e adeguata!) ci regala particolari nei quali specchiamo la nostra povera vita.
L’espressione “sacrifici legittimi” del ver.6 mi piace meno della versione precedente che diceva “sacrifici di giustizia”, che mi sembra più chiara nell’esprimere un atteggiamento di pentimento e di conversione dei pensieri e del cuore. Anche perchè noi stessi siamo esposti a dubbi come quelli espressi dal ver.7!
Ai vers.8-9 riprende con forza la preghiera che profetizza e conferma in noi la preghiera di Gesù. Una preghiera che già in se stessa nutre e disseta, dice il ver.8. E un buon augurio al ver.9, che potrebbe addirittura far riferimento alla nostra Pasqua, e cioè al nostro morire in pace con Gesù, nella serena certezza di risorgere con Lui. La versione greca sembra spingere in questa direzione dicendo: “In pace a un tempo mi coricherò e dormirò, perchè tu Signore, solo, mi hai fatto abitare nella speranza”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gli uomini, come nei precedenti salmi, continuano a deludere e a descriverci con esattezza. Angoscia, calpestii, amore per le cose vane, menzogna..
Mi sembra però bella, al v.7, l’immagine della luce di Dio sul volto degli uomini. Possibilità e dono di poter riflettere, come delle piccole lune, la luce del Signore. Come nel resto del salmo tutto proviene da Lui e, forse si può dire, ci previene. La giustizia, il sollievo, l’ascolto, i prodigi, la gioia più grande, la ‘pace più vera’, il riposo fiducioso.
Non veniamo lasciati nel buio!
Come opera il Signore nella nostra vita? Questo salmo risponde con una serie impressionante di verbi: Egli ascolta, risponde, dà sollievo, fa prodigi, dà gioia, fa riposare… La relazione con il Signore è fonte di serenità, perché basata su un abbandono fiducioso: “in pace mi corico e subito mi addormento…”, si dice con quell’immagine che abbiamo già visto nei salmi precedenti. Infine, la gioia: “Hai messo gioia nel mio cuore…” più di quanta ne diano grano e vino in abbondanza… La cogliamo noi questa gioia?