27 I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!
28 Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.
29 Perché del Signore è il regno:
è lui che domina sui popoli!
30 A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere;
ma io vivrò per lui,
31 lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
32 annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!
28 Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.
29 Perché del Signore è il regno:
è lui che domina sui popoli!
30 A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere;
ma io vivrò per lui,
31 lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
32 annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».
Gli ultimi versetti del grande Salmo 21 dilatano a tutti e a tutto la grazia e la lode del Signore. La prima immagine, al ver.27, ci regala l’immagine del grande banchetto dei poveri profetizzato per gli ultimi tempi e ora realizzato. L’elezione dei poveri a partecipare a questo banchetto non esclude nessuno, perchè tutti siamo poveri, tutti abbiamo bisogno di essere salvati, di essere nutriti del Pane di vita. Il Signore ora è vicino a tutti quelli che lo cercano per lodarlo. Questo banchetto di lode a Dio per il suo Messia è fonte di vita eterna: “il vostro cuore vivrà per sempre”.
Questo banchetto, che è memoria del sacrificio d’amore di Gesù – “ricorderanno e torneranno al Signore” ascoltiamo al ver.28 – è rivolto e offerto non solo al popolo della Prima Alleanza, ma a “tutte le famiglie dei popoli”, sino ai “confini della terra”. Gesù, il Cristo, cioè l’eletto, il Messia del Signore, il Figlio di Dio, sarà adorato da tutte le genti. La fede di Gesù abbatte il muro che separava Israele dagli altri popoli, e fa dei due, cioè di Israele e delle genti, un popolo solo, come possiamo ascoltare in Efesini 2,14. Tutto il genere umano si raccoglie nell’unica Signorìa del Figlio di Dio (ver.29).
Questa signorìa di Gesù è salvezza anche dei morti, che vivono per Lui e in Lui. Quando noi preghiamo, quando celebriamo la liturgia del banchetto della salvezza e della lode divina, siamo in comunione con tutti quelli che ci hanno preceduto nel regno del Padre. Così il ver.30.
Compito sublime di ogni generazione della storia è quello di trasmettere l’annuncio della salvezza “alla generazione che viene”. Tutte le generazioni ascolteranno l’annuncio della giustizia divina che porta a salvezza in Gesù tutte le genti. A tutti noi è affidato il “popolo che nascerà”, la discendenza dopo di noi, alla quale dobbiamo annunciare ” l”opera del Signore”. Così i vers.31-32.
“I poveri mangeranno e saranno saziati”
Ho riletto la bellissima pagina del libretto di Rut, in cui lei, povera e straniera, è invitata alla mensa di Booz.
“Poi, al momento del pasto, Booz le disse: “Avvicìnati, mangia un po’ di pane e intingi il boccone nell’aceto”. Ella si mise a sedere accanto ai mietitori. Booz le offrì del grano abbrustolito; lei ne mangiò a sazietà e ne avanzò. […] Così Rut spigolò in quel campo fino alla sera. Batté quello che aveva raccolto e ne venne fuori quasi un’efa di orzo. Se lo caricò addosso e rientrò in città. Sua suocera vide ciò che aveva spigolato. Rut tirò fuori quanto le era rimasto del pasto e glielo diede. La suocera le chiese: “Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che si è interessato di te!”. Rut raccontò alla suocera con chi aveva lavorato e disse: “L’uomo con cui ho lavorato oggi si chiama Booz”.Noemi disse alla nuora: “Sia benedetto dal Signore, che non ha rinunciato alla sua bontà verso i vivi e verso i morti!”. E aggiunse: “Quest’uomo è un nostro parente stretto, uno di quelli che hanno su di noi il diritto di riscatto”. (Rut 2,14.17-20).
Mi sembra che Rut sia una bellissima immagine del volto femminile dell’umanità, povera e straniera, eppure accolta, nutrita a sazietà, riscattata e sposata dal Signore che, come nel Salmo di oggi, è Signore dei poveri e dei ricchi, Signore di Israele e delle genti, Signore dei vivi e dei morti.
Ho sentito spiegare che quando un ebreo citava il primo versetto di un salmo, intendeva riferirsi a tutto il salmo, nella sua interezza. Gesù, quindi, avrebbe fatto proprio questo testo, non solo nelle parole che esprimono l’angoscia della solitudine e della morte ignominiosa, ma anche nella manifestazione della fiducia suprema nel Padre e nella lode per la mirabile “opera del Signore”(v.32). …E noi con Lui, accomunati nei momenti dell’angoscia e della paura, come in quelli dell’abbandono fiducioso. Mi piace ricordare quella nota preghiera di Charle De Foucault: “Padre, mi abbandono a te…”. – “Perché del Signore è il regno”(v.29): non nel senso che Egli è il dominatore, ma – come ci ha spiegato Gesù – nel senso che è Lui a prendersi cura amorevole di noi, di tutti, in particolare dei poveri, dei deboli, degli emarginati, dei soli…
“a lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra”
Ci sta dicendo che i morti non sono in uno stato di incoscienza, altrimenti non potrebbero prostrarsi, e qui non si sta parlando di resurrezione, i morti si inginocchieranno nella stato in cui sono, quindi sono coscienti.
In Cristo si realizza la comunione dei santi, pregare gli uni per gli altri, e fra questi ci sono i santi morti in Paradiso, che per carità pregano Cristo per i nostri bisogni. http://www.cristianicattolici.net/intercessione_dei_santi.html