3 Ecco, eredità del Signore sono i figli,
è sua ricompensa il frutto del grembo.
4 Come frecce in mano a un guerriero
sono i figli avuti in giovinezza.
5 Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:
non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta
a trattare con i propri nemici.
Seleziona Pagina
Oggi la lode del Signore ci porta a quella meraviglia che sono i figli. Mi piace la scelta del termine “eredità”, del tutto vicina al termine “dono” della precedente versione italiana. E molte volte si incontra questo termine, che purtroppo troppe spesso in italiano viene reso con “possesso”, e questo anche nelle preghiere del Messale. “Possesso” è proprio un termine inopportuno e pericoloso, che porta con sé suggerimenti di merito e di conquista, che sono ben lontani dal “dono” del Signore. Il termine “eredità” è molto bello perché indica una realtà che non era tua, che ti è stata donata, e che certamente tu ora custodisci come tua, e preziosissima! Dire “eredità” è per i discepoli di Gesù anche un riferimento prezioso a Lui, il Figlio di Dio, che ci è stato donato! E che ha fatto di tutti noi fratelli e sorelle, figli e figlie dell’unico Padre, in Lui, per Lui e con Lui!
Dove, sempre al ver.3, si dice che “è sua ricompensa il frutto del grembo”, dice che non c’è ricompensa più grande e bella del “frutto del grembo”. Al ver.4 entra in un’immagine di guerra: i figli avuti in giovinezza sono “come frecce in mano a un guerriero”. E’ proprio vero! Ed è dolcissimo anche il declino delle proprie forze nell’affetto e nella protezione dei propri figli. Posso dire che è la meraviglia di poter diventare, in certo modo, figli dei propri figli.
Al ver.5, dove dice “beato l’uomo che ne ha piena la faretra”, la versione greca ha una variante interessante. Dice: “Beato colui che sazierà di essi la sua brama”! Che cosa si potrebbe desiderare di più grande e di più bello? E c’è quella “porta”, che nelle note delle bibbie si dice essere il luogo dove si discutono le questioni e si formulano i giudizi. Credo che in quella “porta” si possa vedere anche l’esito da questa vita e quindi certamente il giudizio su di essa. Penso che anche qui i figli e le figlie siano un sostegno, una difesa e una forza straordinari.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Questo piccolo salmo racchiude tutta l’esistenza umana: la città, la casa (di Dio e dell’uomo), l’attività produttiva (al primo posto il pane), la porta (o la piazza) dove si svolgevano commercio e azione giudiziaria; i versetti odierni aggiungono la famiglia e i figli. Tutto è visto come dono di Dio, dono che si intreccia con l’operosità dell’uomo. – I figli sono l'”eredità”, il dono per eccellenza, “largesse” dice la Bibbia di Ger. e noi nonni abbiamo il privilegio di rivivere con i nipotini le sorprese e i “miracoli” che abbiamo già conosciuto con i nostri figli. Oggi, 19 marzo, sono arrivate le telefonate dei ragazzi: “Auguri, papà! Buona festa!”…