1 Al maestro del coro. Sull’ottava. Salmo. Di Davide.
2 Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto;
sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo.
3 Si dicono menzogne l’uno all’altro,
labbra adulatrici parlano con cuore doppio.
4 Recida il Signore le labbra adulatrici,
la lingua che vanta imprese grandiose,
5 quanti dicono: «Con la nostra lingua siamo forti,
le nostre labbra sono con noi:
chi sarà il nostro padrone?».
6 «Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,
ecco, mi alzerò – dice il Signore –;
metterò in salvo chi è disprezzato».
7 Le parole del Signore sono parole pure,
argento separato dalle scorie nel crogiuolo,
raffinato sette volte.
8 Tu, o Signore, le manterrai,
ci proteggerai da questa gente, per sempre,
9 anche se attorno si aggirano i malvagi
e cresce la corruzione in mezzo agli uomini.
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Tutta la preghiera di questo Salmo è dedicata al dono della Parola di Dio, e quindi al male della vicenda umana quando questa Parola viene a mancare. Non si tratta semplicemente dell’ “assenza” di questa Parola, ma del suo abbandono da parte degli uomini. Dice infatti al ver.2 “non c’è un uomo giusto” e “sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo”. Si tratta quindi del venire meno dei “fedeli”, di coloro cioè cui Dio ha fatto dono della sua Parola! Quindi certo tutta l’umanità soffre della mancanza della Parola di Dio, ma i veri protagonisti sono coloro che quella Parola l’hanno ricevuta, ma poi l’hanno abbandonata. Il primo interlocutore sono dunque quelli che di tale dono sono i primi beneficiari e dunque i responsabili.
Forse le “labbra adulatrici ” dei vers.3-4 sono alla lettera “un vuoto parlare” al ver.3 e “labbra ingannatrici” al ver.4. Non si tratta solo di “bugie”, come comunemente s’intende questo termine, ma di un parlare, e quindi di una relazione tra le persone privo di verità. In questo senso si vuol dire che non è in nostro potere dire cose vere o no! Se non abbiamo e custodiamo in noi la Parola di Dio, il nostro parlare, e quindi la nostra relazione tra noi e con tutti è inevitabilmente priva di verità.
Mancando la Parola di Dio, le parole degli uomini sono non solo prive di verità, ma anche espressione e via di quell’orgoglio che fa l’uomo competitore di Dio e inarrestabile aspirante al potere: “Con la nostra lingua siamo forti, le nostre labbra sono con noi (cioè tengono per noi, combattono per noi), chi sarà il nostro padrone? ( e qui il termine “padrone” è quello usato abitualmente, nella versione greca, per dire )”.
Ecco perchè il ver.6 indica nei miseri e nei poveri le vittime di questa parola lontana e opposta alla verità luminosa della Parola di Dio, e dice come Dio voglia salvarli! La grande difesa dei poveri sono dunque le Parole del Signore, che sono pure. E “caste” secondo la versione greca. Al ver.8 il Salmista si immerge pienamente nello spazio dei miseri e dei poveri e con loro esprime la fiducia che il Signore manterrà le sue parole e proteggerà i suoi piccoli da chi li perseguita avendo abbandonato la Parola di Dio. La situazione è piuttosto critica, ma dobbiamo sperare! (parlo di ieri o di oggi…o di sempre?).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Un altro salmo attualissimo: denuncia la parola abusata, inflazionata e volutamente menzognera… Basta guardare un telegiornale. – Bella, in questo testo, l’alternanza delle tre voci: prima parlano gli empi: “Con la nostra lingua siamo forti… Chi sarà il nostro padrone?”(v.5). A questo punto il Signore si sente “provocato” e interviene immediatamente; si noti, però: non contro peccati e peccatori, ma per difendere i poveri, i miseri: “Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, ecco, mi alzerò – dice il Signore –; metterò in salvo chi è disprezzato”(v.6). E infine, interviene la comunità dei fedeli, per lodare il Signore e riaffermare la sua fiducia: “Le parole del Signore sono parole pure… Tu, o Signore, le manterrai…”(vv.7-8). Questo si è realizzato in pieno nella Parola pura e fedele, che ci è stata inviata.