Ain. 121 Ho agito secondo giudizio e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122 Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano gli orgogliosi.
123 I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza
e per la promessa della tua giustizia.
124 Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi decreti.
125 Io sono tuo servo: fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126 È tempo che tu agisca, Signore:
hanno infranto la tua legge.
127 Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
128 Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero.
Pe. 129 Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
130 La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.
131 Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.
132 Volgiti a me e abbi pietà,
con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome.
133 Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa
e non permettere che mi domini alcun male.
134 Riscattami dall’oppressione dell’uomo
e osserverò i tuoi precetti.
135 Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi decreti.
136 Torrenti di lacrime scorrono dai miei occhi,
perché non si osserva la tua legge.
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Della prima parte del testo mi attira la presenza del verbo “fare” ai vers.121.124.126. Dove al 121 è scritto “ho agito secondo giudizio e giustizia”, alla lettera dice “ho fatto giudizio e giustizia”, dove “giudizio” sembra indicare un’azione e “giustizia” vuole esprimere il contenuto di quell’azione: ipotizzo che voglia indicare un’affermazione di giustizia che ne realizzi la presenza e la potenza. Il verbo “fare” è importante perché dice come la Parola che Dio dice e che noi ascoltiamo e accogliamo diventi operosa ed efficace. Biblicamente il verbo “fare” è di estremo rilievo, perché descrive sia l’atto creativo di Dio e ogni suo agire nella creazione e nella storia, e vuol dire l’agire umano che attua la Parola ascoltata da Dio. Quindi è Dio che “fa”, e noi possiamo e dobbiamo “fare” quello che da Lui ascoltiamo. Per questo mi sembra che il ver.121 non dica solo un agire “secondo” giudizio e giustizia, ma voglia affermare che l’azione umana fa, compie, in certo modo realizza il giudizio e la giustizia che riceve da Dio e dalla sua Parola. Possiamo accennare alla parola di Gesù nella Cena: “Fate questo…”.
Il ver.124 è preghiera al Signore perché Egli “faccia”: “Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore e insegnami i tuoi decreti”. Dunque si sollecita la suprema azione divina, il cuore e la fonte della sua relazione con l’umanità, che è la sua Parola! Ed è splendida quella “sollecitazione” che la preghiera rivolge al Signore: “E’ tempo che tu agisca, Signore”, al ver.126. E’ urgente che Dio faccia, perché “hanno infranto la tua legge”. E il Salmista ricorda i motivi per cui è decisiva l’azione divina della sua Parola: “Perciò amo i tuoi comandi …(ver.127), considero retti tutti i tuoi precetti…(ver.128), meravigliosi sono i tuoi insegnamenti…(ver.129), la rivelazione della tua Parola illumina…(ver.130”.
Dunque, ho fame e sete di questa Parola: “Apro anelante la mia bocca, perchè ho sete dei tuoi comandi”. Il credente rivendica tutta la sua povertà e quindi il suo urgente bisogno di essere soccorso e visitato da Dio, e dice al Signore il frutto che verrà da tale dono divino: “…osserverò i tuoi precetti…insegnami i tuoi decreti…” (vers.134-135). L’ultimo versetto del nostro brano celebra la compartecipazione fortemente emotiva ed emozionata dell’uomo all’azione divina nella storia: “Torrenti di lacrime scorrono dai miei occhi, perché non si osserva la tua legge” (ver.136).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Fai, agisci, fatti garante, istruiscimi, liberami…, Signore! Così chiede con insistenza il salmista e mi fa pensare che anche a lui, come capita a noi, spesso il Signore sembri assente, restio a intervenire. Noi ci aspetteremmo ben altri interventi, ma le vie e i pensieri di Dio sono diversi dai nostri. Tra le richieste dell’orante ve n’è una non originale ma sempre affascinante: “Fa risplendere il tuo volto”, “mostra al tuo servo il tuo volto raggiante”(in altra traduzione): per noi l’auspicio si è già compiuto, poiché Gesù ci ha rivelato il vero volto del Padre e ce lo ha fatto conoscere bene. Per intravvedere il volto di Dio ci basta guardare Gesù, la sua persona, il suo Vangelo. Secondo una formula di Alberto Maggi, non diciamo “Gesù è come Dio”, ma “Dio è come Gesù”. Come suggerisce il v.131, spalanchiamo la bocca per aspirare a pieni polmoni la Sua parola.