10 Tutte le nazioni mi hanno circondato,
ma nel nome del Signore le ho distrutte.
11 Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato,
ma nel nome del Signore le ho distrutte.
12 Mi hanno circondato come api,
come fuoco che divampa tra i rovi,
ma nel nome del Signore le ho distrutte.
13 Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
14 Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
15 Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze,
16 la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
17 Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
18 Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
19 Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
20 È questa la porta del Signore:
per essa entrano i giusti.
21 Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
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Israele non vince mai! I suoi nemici sono sempre molti più forti di lui. Osserviamo , nei vers.10-13, la prima parte di ogni versetto: sempre è affermata la superiorità e la pericolosità delle forze nemiche, ma sempre Israele, nella seconda parte del versetto, può dire: “… ma nel nome del Signore le ho distrutte”, e, al ver.13, come e perché ha potuto distruggerle: “…il Signore è stato il mio aiuto”. Dunque, Israele non vince mai, ma il Signore combatte con lui e sconfigge il nemico. Non si legge mai che Israele vince, ma che sempre “viene salvato”. Non la vittoria, ma la salvezza! Questa è la meraviglia che accompagna tutta la storia del popolo del Signore!
Ascoltiamo allora la bellezza del ver.14: “Mia forza e mio canto è il Signore: Egli è stato la mia salvezza “. E’ meraviglioso l’accostamento di “mia forza” e “mio canto”: si tratta di una grande e misteriosa “liturgia”, nella quale si incontrano la debolezza del popolo e la potenza di Dio, e il canto di ringraziamento e di lode che il popolo intona per il suo Salvatore. Per questo bisogna dire che la versione italiana del versetto successivo è impropria e, mi sembra, molto deviante. Infatti, in nessuna delle versioni si dice “grida di giubilo e di vittoria”, ma “grida di lode (o di gioia) e di salvezza”. Israele acclama e canta al suo Signore che lo ha salvato! Questo è importantissimo perché il Signore mostrerà sempre più chi è il Nemico da battere e Chi lo sconfigge! Fino a quando si dirà che il Nemico (cioè la potenza nemica) da abbattere è l’Inimicizia, e per questo il Figlio di Dio è venuto tra noi con la sua Parola e la sua Croce d’Amore per abbattere il muro di separazione e stabilire la Pace. Anche in questi giorni è decisiva questa Parola di Pace che riceviamo in regalo.
Sento grande attrazione anche per i vers.17-18 dove si parla di morte e di salvezza dalla morte. Questo ci porta nel tema Pasquale che è Risurrezione dei morti e Risurrezione dalla morte. E’ già vivere ora e qui la vita nuova, e camminare verso la nostra Pasqua che è pienezza della vita eterna che già ora viviamo per il dono di Dio e nel dono di Dio che è Gesù , il Cristo del Signore, e il suo Spirito che abita in noi, è in noi, e in noi grida: “Padre!”
“Apritemi le porte della giustizia” perché si possa entrare a “rendere grazie al Signore”. I vers.19-20 ancora ci portano nella meraviglia di questa relazione strettissima tra la liturgia e la vita, tra la preghiera e la carità . Questa vita nuova tutta riempita e dedicata in una direzione: “Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, perché sei stato la mia salvezza” (ver.21).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Quante immagini forti e significative nei versetti odierni! I nemici sono descritti come un pericoloso assalto di api o come un fuoco che si insinua tra i rovi o come qualcuno che ci dà uno spintone per farci cadere (TOB e altri riferiscono a Dio questa spinta). Ma “il Signore è stato il mio aiuto”, anzi, “mia forza e mio canto è il Signore”. Egli interviene e opera con “la sua destra”, che si estende e si innalza non certo per distruggere, ma per dare sostegno e comunicare vita. – Le tende dei giusti (v.15) ci riportano al viaggio nel deserto… finché non arriviamo alla “porta del Signore”(v.20) attraverso la quale i giusti, i salvati possono entrare. Per noi ormai la porta è Gesù: “Se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”.