1 O forse ignorate, fratelli – parlo a gente che conosce la legge – che la legge ha potere sull’uomo solo per il tempo in cui egli vive? 2 La donna sposata, infatti, per legge è legata al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è liberata dalla legge che la lega al marito. 3 Ella sarà dunque considerata adultera se passa a un altro uomo mentre il marito vive; ma se il marito muore ella è libera dalla legge, tanto che non è più adultera se passa a un altro uomo. 4 Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. 5 Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. 6 Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo, e non secondo la lettera, che è antiquata.
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Il ver.4 esprime con forza il pensiero che oggi il Signore ci comunica: siamo passati da un precedente vincolo, quello con la Legge, al nostro legame nuziale con Gesù, “colui che fu risuscitato dai morti”. La fine del vincolo precedente è stato attuato dalla Pasqua del nostro Signore: in Lui e con Lui è finito il legame con la Legge. E noi “siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito”(ver.6).
I vers.1-3 descrivono il nostro precedente legame con la Legge con l’immagine del matrimonio: “La donna sposata è legata al marito finchè egli vive, ma se il marito muore, è liberata dalla legge che la lega al marito”. Il paragone è molto audace! Il marito che muore è Gesù: la sua morte segna la fine del regime del vincolo con la Legge, appunto come la donna, quando muore il marito, è “liberata dalla legge che la lega al marito (ver.2). E noi, “mediante il corpo di Cristo”, cioè per la potenza della sua morte, siamo stati “messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro”. Questo “altro” è appunto Gesù, “colui che fui risuscitato dai morti, affinchè noi portiamo frutti per Dio”. Dunque in Lui morto, noi siamo morti. Ma in Lui muore il vincolo antico con la Legge, e noi quindi siamo morti alla Legge: “siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito”(ver.6). In Lui morto e risorto, anche noi siamo morti con Lui e con Lui siamo risorti, e in Lui “portiamo frutti per Dio”(ver.4).
Nel precedente regime della Legge portavamo “frutti per la morte”(ver.5): viene così preannunciato il tema che sarà svolto nel brano successivo. Oggi prendiamo atto che “morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito”. Questa è la suprema, fondamentale novità della nostra vita.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.