13 Infatti non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. 14 Se dunque diventassero eredi coloro che provengono dalla Legge, sarebbe resa vana la fede e inefficace la promessa. 15 La Legge infatti provoca l’ira; al contrario, dove non c’è Legge, non c’è nemmeno trasgressione. 16 Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – 17 come sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
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“La Legge provoca l’ira”(ver.15). Questo è l’inevitabile limite della Legge. Proprio perché è santa e rivela la santità di Dio, la Legge afferma l’impossibilità per l’uomo di attingere al mistero e alla relazione con Dio. Ma così, “sarebbe resa vana la fede e inefficace la promessa”(ver.14). Dunque, tutto si compie senza la Legge, perché “dove non c’è Legge, non c’è nemmeno trasgressione”(ver.15). L’orizzonte è quello della “giustizia che viene dalla fede”(più correttamente, alla lettera, ”la giustizia della fede”): è proprio una prospettiva del tutto diversa! Non quella del merito ma quella del dono. Ma questo non significa che la Legge non abbia ruolo e importanza. Infatti, è proprio Israele che, ricevuta la Legge, proprio per questo sa di non poter confidare nella Legge , ma attraverso di essa, attende la nuova “giustizia della fede”!
Ed è proprio questo che fa sì che “la promessa sia sicura per tutta la discendenza”, sia quella che deriva dalla Legge – il Popolo della Prima Alleanza – sia “quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli (Genesi 17,5) – davanti al Dio nel quale credette”(vers.16-17). Dico con parole mie: Abramo è “prima di Mosè”, quando ancora non esiste la Legge, perché non è stata data. Per Abramo c’è solo la fede.
L’ultima perla che ci consegna oggi la Parola è l’illuminazione della vicenda di Abramo alla luce della risurrezione: egli credette in Dio “che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono”. Tutto è salvezza e tutto è risurrezione. La stessa creazione è “risurrezione”! E’ Dio che strappa “le cose che non esistono” e le chiama alla vita! La risurrezione di Gesù sarà la fonte, l’origine e la potenza della nuova creazione di cui la prima è profezia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.