8 Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. 9 Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 10 La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.
11 E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. 12 La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13 Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. 14 Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne.

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Ci troviamo oggi, al ver.8, davanti ad una delle affermazioni più forti e decisive dell’etica cristiana, cioè di quel volto morale della vita che nasce dalla fede di Gesù. Un’etica della libertà: “Non siate debitori di nulla a nessuno…”(ver.8), e questo subito dopo ver chiesto la sottomissione alle autorità! Un’etica nuova e superiore, l’etica dell’amore, l’amore vicendevole, “perché chi ama l’altro ha adempiuto la legge”. E’ bella la precisazione del termine “l’altro”, perché si apre ad ogni alterità, anche a quella del nemico, del diverso…La conseguenza di questo assoluto primato dell’amore è immensa! Ne deriva che ogni comandamento è ormai interno all’unico comandamento dell’amore. Ogni comandamento è un volto dell’amore. Non è quindi messo da parte, ma anzi, è diventato una via dell’amore. Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare…tutto è via dell’unico comandamento dell’amore. Ed è enorme che citando l’amore per il prossimo, non citi anche l’amore verso Dio. E la ragione più profonda di questo è che, in Gesù, Dio è diventato per noi il più prossimo di ogni prossimo, il principio e la fonte di ogni “prossimità” nell’amore! La carità è dunque veramente la “pienezza della Legge”(ver.10), dove questa “pienezza” è non solo vicinanza, ma anche pienezza del dono, adempimento di ogni promessa, comunione piena.
Con l’immagine del passaggio dalle tenebre della notte alla luce del giorno, Paolo descrive non solo il passaggio alla vita nuova, ma questo passaggio dalla notte al giorno come la dinamica incessante della vita cristiana: anche questa mattina, per ciascuno di noi e per noi tutti. La vita cristiana non è infatti uno “status”, una condizione, ma un perenne incessante cammino. E’ il “tempo di svegliarvi dal sonno”(ver.11), ed è interessante che ne spieghi il motivo dicendo che “adesso la nostra salvezza è più vicina di quanto diventammo credenti”. Anche questa mattina la salvezza si fa più vicina a noi! Dunque, “la notte è avanzata, il giorno è vicino”(ver.12). bisogna spogliarsi degli abiti della notte e rivestire gli abiti della luce: “le armi della luce”, e, più pienamente al ver.14, “rivestitevi del Signore Gesù Cristo”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.