5 Mosè descrive così la giustizia che viene dalla Legge: L’uomo che la mette in pratica, per mezzo di essa vivrà. 6 Invece, la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? – per farne cioè discendere Cristo –; 7 oppure: Chi scenderà nell’abisso? – per fare cioè risalire Cristo dai morti. 8 Che cosa dice dunque? Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore, cioè la parola della fede che noi predichiamo. 9 Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. 10 Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. 11 Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. 12 Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 13 Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
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Continuiamo a camminare nella meravigliosa rivelazione del dono della fede! La Parola del Signore oggi mette a confronto “la giustizia che viene dalla Legge”(ver.5) e “la giustizia che viene dalla fede”(ver.6).
La giustizia che viene dalla Legge – che in realtà non esiste e non può esistere, perchè nella sua fragilità l’uomo non ha la possibilità-capacità di “mettere in pratica” la Legge – ipotizza un “uomo che la mette in pratica” e che “per mezzo di essa vivrà”.
La giustizia che viene dalla fede toglie di mezzo ogni ipotesi di opere nostre: né il salire al cielo per farne discendere Cristo, né lo scendere nell’abisso per far risalire Cristo dai morti. Gesù, sceso nella nostra carne e nella nostra storia ferita, sceso fino alla sua Croce, e Gesù risorto dai morti, Gesù è vicino a noi. Egli è quello di cui si dice nel bellissimo testo di Deuteronomio 30, che vi consiglio di ascoltare per intero, come grande profezia della salvezza di Gesù: “Vicino a te è la Parola (cioè Gesù!), sulla tua bocca e nel tuo cuore”. Ed è questo che consente di proclamare con la bocca che “Gesù è il Signore!” e credere con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti: e questa è la salvezza! Il ver.10 precisa e sottolinea questo. Purtroppo la traduzione italiana non é felice, perché aggiunge il verbo “ottenere” e il verbo “avere”, là dove il testo è molto più “leggero” e attento a non perdere l’intera realtà del dono di Dio. Alla lettera dice che “con il cuore si crede verso la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede verso la salvezza”. Tutto l’evento della fede è salvezza, anche la nostra accoglienza e la nostra risposta!
Proprio per questo, proprio per questo dono ricevuto dal Signore e dalla sua opera di salvezza per noi, quell’opera che in pienezza si compie con la sua Croce e la sua Risurrezione, senza nessuna condizione legata alla Legge, proprio per questo la salvezza è offerta a tutti, al Giudeo come al Greco. Non c’è più distinzione, perché “lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano”. E cita Gioele 3,5.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.