…gli ultimi avvenimenti, fino alle elezioni e al loro risultato, mi convincono che la Chiesa deve prendere una posizione chiara. E tutti devono capire e dichiarare se sono dentro o fuori,e se vogliono rimanere fedeli o andarsene. In mezzo a tutta questa confusione c’è bisogno di chiarezza…(lunga lettera firmata)
Caro signore, forse lei non ricordava le misure limitate dello spazio della nostra rubrica domenicale. Mi è impossibile pubblicare la sua lettera lunga, e ho quindi deciso di "estrarre" solo questa frase, che forse indica con chiarezza quello che le vuole esprimere. La mia speranza è che quello che cercherò di dirle la facciano pensare che non era sua intenzione mettersi su posizioni estreme, che anche lei capisce, e magari molto meglio di me, la complessità dell’esperienza umana….Io le rispondo semplicemente ricordando la mia vicenda spirituale. Nella mia vita mi è capitato più volte di fermarmi e di volgere il mio cuore al ricordo delle vicende passate, ed ogni volta mi ha invaso lo stupore nel veder quando Dio era stato paziente e misericordioso con me, senza che io me ne accorgessi. Quante volte ho sentito rivolta a me la parola di Gesù: neanch’io ti condanno..Quante volte ho sperimentato la divina contradizione di un Dio che paga per noi. Che offre la vita per noi. Che prende su di Sè il nostro peccato.E guardi che mai questo si è risolto iin una specie di assoluzione buonista. Ogni volta questo è diventato il più severo giudizio di Dio nei miei confronti. Amo molto l’episodio manzoniano della conversione dell’Innominato attraverso la pietà del Cardinale Federico. Capisco bene il grande pianto di questo incallito peccatore che si ritrova con l’animo di un fanciullo. La misericordia di Dio mette timore. L’umiltà del Cristo muove a commozione e a conversione anche il cuore più indurito. Vedo ogni giorno la presenza silenziosa, addirittura nascosta, di Gesù accanto a molte vite ancora ignare della bontà di Dio. In questo senso mi sembra difficile proporre il gioco severo del "dentro o fuori". La Parola del Signore cerca e visita la vita delle persone là dove ciascuna si trova. E, s’intende, credo che tutti siamo lontani dalla pienezza della Fede e dell’Amore. Un nostro figlio che viva scopertamente fuori dalla luce evangelica non cerchiamo con tutte le nostre forze di cogliere e incoraggiare in lui il lucignolo fumigante? Non siamo forse anche noi la pecora perduta che il pastore cerca finchè non la trova? Mi sembra sarebbe grande pericolo e, mi perdoni, grande peccato, assumerci un giudizio che deve essere solo di Dio. Ricordo un ragazzo morto in un incidente automobilistico molti anni fa. Quel giorno il suo padre spirituale mi volle confidare che nel suo cuore aveva deciso di allontanare quel giovane se non avesse desistito dalla sua vita sbagliata. E commentava quel prete: Ma il Signore lo ha sottratto al mio giudizio. Mi capita sovente di celebrare il matrimonio di persone che da anni convivono. Dentro di me avverto quanto un rapporto condotto in questo modo possa essere fragile. Però, il passo che in quel giorno compiono con umiltà e desiderio sincero, è un grande passo. Per loro è quasi sempre la scoperta adulta della presenza e della potenza del Signore nella loro vita. Spero di non dispiacerle con questi poveri pensierini da vecchio. Forse scrivendo pensavo ai miei fratelli e ai miei figli più cari. O forse, più semplicemente, pensavo a me. Buona Domenica. d.Giovanni.