Come mai, caro padre, lei è intervenuto ad un matrimonio civile tra una mussulmana e un cattolico, e ha letto un testo biblico? Così mi ha riferito una persona che non è rimasta contenta di questo.

Non l’avrei fatto se non fossi stato sicuro di questo intervento che quei due amici si aspettavano e hanno gradito. Ed è stato gradito anche ai loro parenti e amici, credenti e non credenti, cristiani e islamici. È stata per me occasione di comunicare la Parola di Dio secondo quanto il nostro Arcivescovo ci chiede per questo anno del Congresso Eucaristico dove ci ha indicato la nostra città come un luogo di persone affamate e assetate. “Date voi stessi loro da mangiare”: è la sfida evangelica che certamente non può fermare il dono della Parola del Signore entro i confini dei credenti-praticanti! Ed ho aspettato a risponderle, perché sapevo che oggi ero invitato a portare una Parola Evangelica ad un’unione civile tra due persone dello stesso sesso. Oggi abbiamo ascoltato il tratto evangelico dove l’Apostolo Giovanni ricorda come Gesù sia entrato nella casa di Marta e di Maria e contro l’obiezione di Giuda abbia detto il suo gradimento verso quella casa e quelle persone. Sono certo che il Signore è stato contento che anche questa mattina la sua Parola fosse portata ancora in quella sala comunale.
Se portassimo la Parola del Signore solo ai credenti-praticanti, negheremmo l’evento della salvezza, e cioè quella morte-risurrezione del Signore Gesù che è salvezza per tutta l’umanità. Dare questa “Buona Notizia”, e cioè comunicare “il Vangelo”, è dovere e compito di tutti noi. Posso capire il suo dubbio, confermato dal fatto che, appena uscito dal Comune, ho incontrato un’amica che mi ha chiesto se “il matrimonio” era andato bene. La parola “matrimonio” significa “onore” o “dovere” della madre. Il termine non è quello che correttamente definisce l’evento celebrato da quelle persone. Ma questo non toglie che il Signore volentieri accettasse oggi l’invito di queste due persone e portasse anche a loro l’annuncio della salvezza. Sapesse quanto mi fa patire il fatto che alcune persone a me carissime ritengano non solo loro diritto, ma anche loro dovere rifiutare la visita del Signore del Vangelo! Per questo mi sembra non solo desiderabile, ma anche doveroso portare la Buona Notizia di Gesù a chi la chiede. Buona Domenica a lei e a tutti i miei cari lettori.

Giovanni della Dozza.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 18 Dicembre 2016 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.