Dal 17 al 31 dicembre 2016 seguiamo le LITURGIE DEL GIORNO.
é possibile trovare le letture liturgiche quotidiane sui principali siti della Chiesa Cattolica, per es.: il sito della C.E.I. oppure lachiesa.it/liturgia/ .
La nostra lectio riprenderà lunedì 2 Gennaio secondo il nuovo calendario 2017.
Buon Natale e felice inizio anno 2016 a tutti.
V. anche CALENDARIO BIBLICO 2017 delle FAMIGLIE DELLA VISITAZIONE
Calendario 2017 – Le Famiglie della Visitazione (file word .docx)
Calendario 2017 – Le Famiglie della Visitazione (file PDF).
Due parole sul Vangelo di oggi 19 Dicembre: Lc 1,1-25
In questo brano evangelico previsto oggi dal lezionario nella novena del Natale possiamo cogliere due elementi molto importanti: l’essenziale economia della Prima Alleanza, custodita nei libri che chiamiamo “Antico Testamento”, la sua essenziale importanza per il mistero cristiano di cui è fonte e profezia, e quindi il “passaggio” alla Nuova Alleanza, al Nuovo Testamento che della Prima è compimento e pienezza.
I vers.1-4 ci regalano la descrizione del cammino delle Scritture! Dagli “avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi” (ver.1), alla testimonianza di “coloro che ne furono testimoni oculari fin dal principio e divennero ministri della Parola” (ver.2), all’opera dell’Evangelista Luca che, come alcuni altri, ha fatto “ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi” e quindi ne ha “scritto un resoconto ordinato”: la Parola viene consegnata allo Scritto. Tale Scritto, il Libro Santo, è offerto a questo Teofilo, il cui nome significa, e forse indica più ampiamente, tutti coloro che “amano Dio”.
Possiamo allora ascoltare la Parola che oggi il Signore ci regala per cogliere la memoria essenziale, fedele e affettuosa della fede dei padri ebrei, figli e custodi della Prima Alleanza e il fluire della sua profezia nella nascita e nelle vicende dell’ultimo profeta, a partire dalla sua miracolosa nascita. Le indicazioni di testi biblici sulle nostre Bibbie ci possono aiutare a cogliere lo splendore e la potenza della “profezia” di Israele che ora si compie nel Vangelo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Due parole su questa meraviglia evangelica.Lc 1, 26-38
Un pensiero soprattutto mi ha regalato oggi questo testo evangelico, e cioè come nella relazione d’amore tra Dio e l’umanità, il “femminile” rappresenti tutto l’umano.
L’incontro d’amore che l’angelo annuncia tra Dio che l’ha mandato a Nazaret, e Maria, ha nella vergine di Nazaret la presenza di tutta l’umanità, che, invece, è spesso dominata da figure di conquista e di potere. L’annuncio evangelico è il principio di una fecondità che nella figura della “Ecclesia Mater” sarà il grembo materno dell’umanità salvata da Dio.
Una certa concezione etica deviata esprime più la conquista e il merito che non la salvezza, l’accoglienza del dono, e dunque la maternità della Chiesa nei confronti di tutto il genere umano. Di tutta la creazione e di tutta la storia.
In Maria è l’intera umanità che si rallegra per la visita d’amore da parte di Dio che la rende feconda.
La dichiarazione d’amore di Dio è l’annuncio evangelico: “Rallegrati, piena di grazia. Il Signore è con te!”
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Due parole sul testo della Visitazione (Lc 1,39-45)
Oggi la preghiera su questo testo mi ha portato soprattutto sul significato e sulla densità di questo “saluto”. Ho pensato che Maria, con il suo lungo e affrettato viaggio, abbia voluto portare ad Elisabetta il saluto che lei stessa aveva ricevuto a Nazaret: “Rallegrati, piena di grazia. Il Signore è con te!” (Lc.1,28). Come per questo saluto Maria era rimasta colpita e meravigliata, ora il bambino Giovanni che Elisabetta porta nel suo grembo, quando il saluto di Maria giunge agli orecchi della sua mamma, sussulta (forse addirittura, “salta”!) di gioia! Mi affascina e mi incanta lo splendore di queste due donne che comunicando tra loro, comunicano questi prodigiosi eventi di gioia ai loro figli! Mi commuove questa “mediazione” materna! E’ attraverso queste due maternità che si visitano che i due piccoli si incontrano. Ancora non parlano, ma l’affetto che unisce tra loro le loro mamme, già li unisce. Ed Elisabetta è ora in grado di confessare e proclamare l’annuncio evangelico che a lei è giunto attraverso la presenza e il saluto di Maria! Mi piace pensare che questa Parola che oggi riceviamo dall’amore del Signore, sottolinei e confermi la preziosità della visita e dell’incontro evangelico tra noi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Lc.1,46-56
Solo una nota! Non riesco ad accogliere la traduzione proposta dagli esperti al ver.48 che dice “l’umiltà della sua serva”. Il termine significa propriamente l’umiliazione, la condizione povera, la miseria. Non capisco perché togliere questo particolare prezioso, che unisce il grande canto di Maria alla vicenda e alla condizione di tutti coloro che vengono soccorsi dalla misericordia di Dio. E cioè tutti noi! Si tratti di una miseria economica o di una miseria morale, il termine “umiltà” impoverisce e veramente “umilia” la potenza e la bellezza dell’evento. Una madre vuole sempre condividere la condizione e la vicenda dell’ultimo dei suoi figli! Tanto più che il giudizio divino è severo anche con chi potrebbe forse pensarsi “umile”, ma in ogni modo vive un’esistenza lontana dalla condizione dei poveri! E sono i superbi e i pensieri del loro cuore; i potenti e i ricchi! In ogni modo l’evento della salvezza è sempre un atto della misericordia di Dio! Non si può rischiare di far ritenere che sia un riconoscimento o addirittura un premio. Il “salvato” è sempre in ogni modo un povero sul quale si è piegata l’infinita misericordia del Signore! Così la potenza dei vers.51-53. E così è la realtà e la storia del Popolo di Dio! Il Signore “ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia”. E questo è stato da sempre, fin dal principio, come Dio stesso “aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza per sempre” (ver.55).
Maria che ha fatto visita ad Elisabetta quando questa era “nel sesto mese”(Lc.1,26), dopo altri tre mesi, cioè dopo la nascita di Giovanni, ritorna a casa.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Lc.1,57-66
Un piccolo pensiero su questa Parola
Se i vers.57-59 ci ricordano la misericordia di Dio che ha sempre accompagnato il popolo della Prima Alleanza, il ver.60, con quel “no” così sonoro e “il nome nuovo” che Elisabetta indica per il suo bambino, vuole portarci già alla realtà e al preannuncio dei nuovi cieli e della nuova terra! La conferma da parte di Zaccaria gli ridona di poter ascoltare e di poter parlare! Più che della fine di una “punizione”, mi sembra ci troviamo davanti ad un segno di “risurrezione”. In Zaccaria ed Elisabetta la Prima Alleanza si apre alla Nuova Alleanza! Il prodigio che si compie non è più solamente quel dato di misericordia che ha accompagnato tutta la storia del Popolo di Dio. Qui si pone in modo esigente un interrogativo: “Che sarà mai questo bambino?”. Infatti, l’ultimo profeta di Israele non solo preparerà in modo pieno la venuta del Messia del Signore, ma lo indicherà ormai presente nel mondo, e ne sarà il primo martire. Il primo testimone nel suo stesso sangue.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.