Famiglie della Visitazione
il 15 Ottobre 2020 alle 16:09
COMMENTO Famiglie della Visitazione:
C’è una certa enfasi nell’atteggiamento dell’uomo ricco, nel suo correre incontro a Gesù. Più volte l’evangelista ha raccontato di qualcuno che si inginocchia davanti a Gesù e si getta ai suoi piedi per implorare una guarigione; l’uomo ricco fa la stessa cosa apparentemente solo per avere un consiglio dal maestro. Gesù, nella sua prima reazione, fa notare che anche l’aggettivo buono potrebbe essere fuori posto: solo Dio merita quel titolo. La domanda stessa è ben diversa dalle suppliche dei sofferenti che chiedono di essere guariti, sembra un po’ sopra le righe, molto solenne: che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna? Gesù ricorda molto semplicemente al suo interlocutore che ci sono i comandamenti e nella lista mette i comandamenti che riguardano i rapporti con il prossimo e omette quelli che riguardano i rapporti con Dio: sembra proprio che voglia ricondurre a terra qualcuno che vola troppo alto.
Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza (v.18): l’evangelista segnala che dopo questa risposta Gesù cambia il suo atteggiamento, quelle parole, fin dalla mia giovinezza, aprono un varco, c’è tutta una vita dietro a quella domanda un po’ enfatica sulla vita eterna.
Solamente il vangelo di Marco, a differenza dei paralleli di Matteo e Luca, ci regala un particolare tutto suo: “Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse…” (ver.21). Questo sguardo pieno d’amore del Signore nei confronti di quell’uomo è la nota più preziosa di questo incontro, ma anche di tutta la nostra vita. “Nessuno è buono, se non Dio solo“ (ver.18), dice Gesù, ma Dio, che è “Amore”, ci ha amati per primo (1Gv.4), senza nessun nostro merito, e in questo modo ci ha aperto la strada per una vita ricca d’amore per gli altri. Ha fatto bene quell’uomo ad inginocchiarsi e a chiamarlo buono, perché senza saperlo si trova non davanti a un maestro ma a Dio stesso, che lo chiama vicino a sé, a seguirlo e gli indica la bellezza del primo comandamento: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna … Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso. (Es. 20, 3-5).
Gesù sa che il cuore dell’uomo ricco e il nostro cuore è diviso, che siamo attaccati alle nostre ricchezze ma dice a lui e a noi, che una cosa sola ti manca, una cosa quindi proprio necessaria: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi! Si capisce che non è una questione di leggi, di obblighi, se lo dobbiamo proprio fare o no. È una questione di amore.
Solamente Marco aggiunge alla annotazione sulla tristezza quella dell’oscurarsi del volto, l’entusiasmo se n’è andato perché l’uomo possedeva molti beni. Il discorso sulla ricchezza continuerà nei versetti successivi, Gesù risponderà con pazienza alle domande dei discepoli e il suo sguardo di compassione continuerà ad illuminare il cuore diviso e insoddisfatto di quell’uomo.
Dio ti benedica. E tu prega per noi.
Francesco, Giovanni e Giancarlo M.
COMMENTO Famiglie della Visitazione:
C’è una certa enfasi nell’atteggiamento dell’uomo ricco, nel suo correre incontro a Gesù. Più volte l’evangelista ha raccontato di qualcuno che si inginocchia davanti a Gesù e si getta ai suoi piedi per implorare una guarigione; l’uomo ricco fa la stessa cosa apparentemente solo per avere un consiglio dal maestro. Gesù, nella sua prima reazione, fa notare che anche l’aggettivo buono potrebbe essere fuori posto: solo Dio merita quel titolo. La domanda stessa è ben diversa dalle suppliche dei sofferenti che chiedono di essere guariti, sembra un po’ sopra le righe, molto solenne: che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna? Gesù ricorda molto semplicemente al suo interlocutore che ci sono i comandamenti e nella lista mette i comandamenti che riguardano i rapporti con il prossimo e omette quelli che riguardano i rapporti con Dio: sembra proprio che voglia ricondurre a terra qualcuno che vola troppo alto.
Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza (v.18): l’evangelista segnala che dopo questa risposta Gesù cambia il suo atteggiamento, quelle parole, fin dalla mia giovinezza, aprono un varco, c’è tutta una vita dietro a quella domanda un po’ enfatica sulla vita eterna.
Solamente il vangelo di Marco, a differenza dei paralleli di Matteo e Luca, ci regala un particolare tutto suo: “Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse…” (ver.21). Questo sguardo pieno d’amore del Signore nei confronti di quell’uomo è la nota più preziosa di questo incontro, ma anche di tutta la nostra vita. “Nessuno è buono, se non Dio solo“ (ver.18), dice Gesù, ma Dio, che è “Amore”, ci ha amati per primo (1Gv.4), senza nessun nostro merito, e in questo modo ci ha aperto la strada per una vita ricca d’amore per gli altri. Ha fatto bene quell’uomo ad inginocchiarsi e a chiamarlo buono, perché senza saperlo si trova non davanti a un maestro ma a Dio stesso, che lo chiama vicino a sé, a seguirlo e gli indica la bellezza del primo comandamento: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna … Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso. (Es. 20, 3-5).
Gesù sa che il cuore dell’uomo ricco e il nostro cuore è diviso, che siamo attaccati alle nostre ricchezze ma dice a lui e a noi, che una cosa sola ti manca, una cosa quindi proprio necessaria: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi! Si capisce che non è una questione di leggi, di obblighi, se lo dobbiamo proprio fare o no. È una questione di amore.
Solamente Marco aggiunge alla annotazione sulla tristezza quella dell’oscurarsi del volto, l’entusiasmo se n’è andato perché l’uomo possedeva molti beni. Il discorso sulla ricchezza continuerà nei versetti successivi, Gesù risponderà con pazienza alle domande dei discepoli e il suo sguardo di compassione continuerà ad illuminare il cuore diviso e insoddisfatto di quell’uomo.
Dio ti benedica. E tu prega per noi.
Francesco, Giovanni e Giancarlo M.