34 Mosè, Aronne e i prìncipi della comunità censirono i figli dei Keatiti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni, 35 dai trent’anni fino ai cinquant’anni, quanti facevano parte di una schiera, prestando servizio nella tenda del convegno. 36 I loro censiti secondo le loro famiglie furono duemilasettecentocinquanta. 37 Questi appartengono alle famiglie dei Keatiti, di cui si fece il censimento, quanti prestavano servizio nella tenda del convegno, che Mosè e Aronne censirono secondo l’ordine che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè.
38 I censiti dei figli di Gherson secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni, 39 dai trent’anni fino ai cinquant’anni, quanti facevano parte di una schiera, prestando servizio nella tenda del convegno, 40 quelli di cui si fece il censimento secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni, furono duemilaseicentotrenta. 41 Questi appartengono alle famiglie dei figli di Gherson, di cui si fece il censimento, quanti prestavano servizio nella tenda del convegno, che Mosè e Aronne censirono secondo l’ordine del Signore.
42 I censiti delle famiglie dei figli di Merarì secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni, 43 dai trent’anni fino ai cinquant’anni, quanti facevano parte di una schiera, prestando servizio nella tenda del convegno, 44 quelli di cui si fece il censimento, secondo le loro famiglie, furono tremiladuecento. 45 Questi appartengono alle famiglie dei figli di Merarì, che Mosè e Aronne censirono secondo l’ordine che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè.
46 Tutti i censiti che Mosè, Aronne e i prìncipi d’Israele censirono presso i leviti, secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni, 47 dai trent’anni fino ai cinquant’anni, quanti prestavano servizio di lavoro e servizio di trasporto nella tenda del convegno, 48 tutti quelli di cui si fece il censimento, furono ottomilacinquecentoottanta. 49 Per ordine del Signore li censirono, per mezzo di Mosè, uno per uno, assegnando a ciascuno il servizio che doveva fare e ciò che doveva trasportare. Il loro censimento fu quello che il Signore aveva ordinato a Mosè.

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Vengono censiti i leviti che “FACEVANO PARTE DI UNA SCHIERA, PRESTANDO SERVIZIO NELLA TENDA DEL CONVEGNO” (vv. 35, 39, 43): è un’espressione che viene ripetuta più volte e associa l’immagine del “servizio militare” a quella del “servizio liturgico”. Come una schiera pronta alla battaglia, così i leviti sono pronti all’esercizio dei loro compiti… (Mi sembra una bella immagine, anche se – per associazione di idee – viene subito in mente la battaglia di Gaza, con le immagini televisive di distruzione e di morte). – Qual è il compito dei leviti? E’ indicato dai verbi che sono stati così ben spiegati in questi giorni: custodire, coprire, portare. Portare in viaggio la presenza di Dio, che cammina in mezzo al suo popolo… E noi come loro, incaricati di portare dentro noi stessi un tesoro prezioso, seppur in vasi di creta…
Raccogliendo in sintesi un pensiero su questo censimento dei Leviti, ricordiamo insieme alcuni passaggi. All’inizio, quando tutto il popolo di Dio viene censito, loro non lo sono (1,47). Poi si fa il loro censimento, che però non riguarda la caratteristica dei censiti del popolo, che lo erano in rapporto alla possibilità di uscire in battaglia, e venivano censiti dai vent’anni in su. I Leviti vengono censiti “da un mese in su”, e collegati quindi con i figli primogeniti che vengono consacrati al Signore (3,15;3,40). Infine, in questo cap.4, ecco ancora un loro censimento, dedicato questa volta al loro servizio, e riguardante quindi quelli che hanno da trenta a cinquant’anni. Ancora restano le precisazioni e le distinzioni famigliari, ma l’accento è posto sul loro rapporto di lavoro per la tenda del convegno.
Cito un particolare che la tradizione ebraica mette in evidenza. Al ver.47, il testo direbbe alla lettera, dove la versione italiana dice che “prestavano servizio di lavoro”, alla lettera si tratterebbe di un “servizio di servizio”, e il commento ebraico dice che si trattava di un servizio relativo e collegato al “portare” le varie parti della tenda. E tale servizio era un servizio musicale, compiuto con cembali e arpe. Mi sembra che ci aiuti a capire con quale ricchezza era concepita questa “liturgia del viaggio” nel deserto verso la Terra.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
All’inizio del libro si è cominciato a fare il censimento degli israeliti che dovranno andare in guerra; e a proposito dei leviti Dio disse a Mosè di non censirli insieme agli altri. E ora, da due capp. stiamo ascoltando dei censimenti delle famiglie di leviti, (che viene fatto addirittura due volte) di questa tribù che si rivela essere la meno numerosa di tutte. Delle altre tribù viene detto in modo schematico quanti sono e dove si accampano. Invece per i leviti si ripetono con molta insistenza le parole che indicano il loro servizio nella Tenda di Dio. E più volte viene detto che il censimento viene fatto da Mosè “per ordine di Dio”. Colpisce molto questo loro “servizio” (non “lavoro”), è il “servizio del portare”. Di questa piccola tribù (scelta forse proprio per la sua piccolezza) è importante il servizio, è forse la parte fondamentale. E questa tribù viene così molto onorata, nella sua piccolezza, e appare preziosa agli occhi del Signore. E con Mosè sono i capi delle 12 tribù a fare i censimenti dei leviti; non c’è tra i capi uno di leviti, cha anche lui partecipi a farne il conto. v.34 “Mosè, Aronne e i capi della comunità fecero dunque il censimento…” Prima Dio aveva dato questo ordine, e ora troviamo l’adempimento di questo comando “come il Signore aveva ordinato a Mosè” (vv. 37,41,45,49). Adempiono il comando del Signore COME Lui ha chiesto, non vanno oltre a ciò che Lui ha detto. E “assegnano a ciascuno il servizio che doveva fare e ciò che doveva portare”, secondo quanto il Signore, attraverso Mosè, ha chiesto di fare. “Secondo l’ordine del Signore” è detto in gr. “per mezzo della voce del Signore” e in ebr. “sulla bocca del Signore”, “sulla bocca del Signore, per mano di Mosè”: Dio ci mette la bocca e Mosè ci mette la mano (la potenza dell’operare)! Qui Dio riserva per sé l’opera della bocca. Dio parla e noi agiamo sulla sua parola: “Sulla tua parola getterò le reti!” (Lc 5:5). E’ bella questa collocazione delle nostre opere “sulla bocca del Signore”. Tutte le nostre opere possono essere fatte così: di Mosè infatti si dice in Deut 34:5 “Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l’ ordine del Signore” cioè “morì… sulla bocca del Signore”!