1 Il Signore parlò a Mosè e disse: 2 «Di’ a Eleàzaro, figlio del sacerdote Aronne, di estrarre gli incensieri dall’incendio e di disperdere lontano il fuoco, perché essi sono sacri. 3 Degli incensieri di quegli uomini, che hanno peccato a prezzo della loro vita, si facciano lamine intrecciate, come rivestimento per l’altare, poiché sono stati offerti davanti al Signore e quindi sono sacri; saranno un segno per gli Israeliti». 4 Il sacerdote Eleàzaro prese gli incensieri di bronzo che gli uomini arsi dal fuoco avevano offerto, e furono ridotti in lamine per rivestirne l’altare, 5 memoriale per gli Israeliti perché nessun profano, che non sia della discendenza di Aronne, si accosti a bruciare incenso davanti al Signore e subisca così la sorte di Core e di quelli che erano con lui. Eleàzaro fece come il Signore gli aveva ordinato per mezzo di Mosè.

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Tutto quello che è accaduto, e la vicenda degli incensieri, è stato guidato da Mosè. Restano tuttavia dei particolari che sembrano creare una situazione sospesa, rivolta al futuro.Incensieri e fuoco vanno dispersi perchè sono stati usati per un gesto sacro e quindi sono “sacri”. Di essi resterà “un segno per gli Israeliti” nel rivestimento dell’altare. Di per sè questo “memoriale” ha come scopo che nessuno che non abbia appartenenza sacerdotale pretenda di compiere ciò che non gli compete.
Noi però siamo chiamati a cogliere una profezia che stabilirà, nella persona e nell’opera di Gesù, quali siano i criteri di legittimità per celebrare la liturgia. La terminologia “sacerdotale” fluirà verso un linguaggio “famigliare”, dove tutti i figli di Dio faranno parte di un unico popolo sacerdotale nell’unica mediazione sacerdotale del Cristo. Universalità quindi di un’appartenenza, che esige criteri nuovi di giudizio e di azione, in quanto nell’unica paternità di Dio, tutti siamo figli al di là di ogni diversità, appartenenza, fedeltà.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Queste persono che sono morte per mezzo del fuoco erano peccatori: Ci sono almeno due motivi per cui la loro offerta non fu gradita a Dio: 1. Hanno parlato contro Mosè e Aronne; e 2. Non erano sacerdoti, e perciò la loro offerta di incenso non era legittima. Però gli incensieri che avevano usato per offrire al Signore profumo non possono essere gettati via o lasciati nel fuoco: essi sono santi. E’ una cosa strana: hanno fatto cose cattive, hanno usato in modo improprio ciò che a loro non spettava, ma queste cose sono sante per il fatto che sono state poste davanti a Dio. Ricordiamo anche quanto abbiamo letto nel Lev: ci sono delle cose sante che se toccano altre cose, queste ultime diventano sante. E bisogna che vengano usate per cose sante: qui per rivestire di rame l’altare. Noi siamo peccatori, e per mezzo della offerta di Gesù che è santo, anche la nostra offerta diventa gradita a Dio, perchè viene offerta davanti a Lui, e unita al sacrificio di Gesù, diventa gradita. Il Signore vuole mettere davanti ai suoi dei segni che aiutino a ricordare. Già lo abbiamo viato alla fine del cap.15: i fiocchi messi alle estremità del mantello per far ricordare “tutti i comandi del Signore per metterli in pratica”. Anche ogi questi incensieri di rame, trasformati in rivestimento dell’altare “perchè servano da memoriale per gli israeliti” (v. 5), un avvertimento nella stessa direzione: la necessità di ascoltare e custodire le parole del Signore. Qui si tratta anche di un “monito” (v.3) a non usurpare per invidia una funzione sacerdotale. E’ per noi chiaramente uno stimolo a ricordare la necessità di offrire a Dio, come popolo sacerdotale, la vera offerta a lui gradita: “i nostri corpi” (rom 12:1-2), insieme a Gesù. Uniti a Gesù, “come pietre spirituali, impiegati per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire a Dio sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” (1Pt 2:5). Il “fuoco” usato dai ribelli nei loro incensieri è (secondo il gr.) un fuoco “estraneo”: non è quello dell’amore che il Signore “ha voluto gettare sulla terra perchè arda”. E’ estraneo come la voce di chi entra nel recinto delle pecore non come il buon pastore, la cui voce è nota alle pecore, ma come ladro, per uccidere e disperdere; ma le sue pecore non ascoltano la voce dell’ “estraneo”.
L’uso degli incensieri rappresentava l’accesso alle funzioni sacerdotali per Core, Datan, Abiran e i loro seguaci. La loro morte ha mostrato che non tutti possono accedere al luogo santo e avvicinarsi all’altare. Ora, ciò che resta degli incensieri viene trasformato in lamine che ricopriranno l’altare, e saranno così un monito per chiunque osasse accostarsi a ciò che è riservato ai sacerdoti. – Ma con Gesù, è avvenuta una “rivoluzione” totale (povera “religione”!): lo squarciarsi del velo del tempio al momento della sua morte rappresenta proprio la fine della inaccessibilità del luogo santo; dove prima entrava solo il sacerdote una volta all’anno, ora tutti hanno libero accesso e possono rivolgersi a Dio, un Padre che accoglie tutti a braccia aperte. Sull’altare, cui tutti accediamo, anche per noi c’è un “memoriale” (v. 5), il pane e il vino, segni del Signore dato per noi.