15 Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! 16 Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? 17 Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18 un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19 Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 20 Dai loro frutti dunque li riconoscerete.
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Mi piace collegare fortemente la Parola che oggi il Signore regala alla nostra preghiera e alla nostra vita con quella che ieri ci chiedeva di entrare per la “porta stretta”. Mi sento in questo modo confermato che la “porta stretta” è veramente Gesù, il Figlio di Dio, e la sua comunione con il Padre. Questo è il cuore della rivelazione cristiana, e questo è il grande cuore della storia. L’amore di Dio che lo porta a mandare tra noi il suo Figlio perchè con il suo sacrificio d’amore faccia di tutta l’umanità l’unica famiglia dei figli di Dio uniti nell’unico comandamento dell’amore per Dio e per il prossimo è l’ultimo passo dell’amore di Dio verso di noi. Ebbene, come è “piccolo” e quindi “stretto” l’evento nel quale si concentra e si raccoglie tutto il mistero della salvezza del mondo! I vertiginosi limiti storici geografici, culturali…di un solo uomo vissuto in una sperduta provincia dell’impero romano, morto ancora giovane tra due malfattori…ebbene, Lui è, secondo quello che oggi ascoltiamo l’albero buono che produce frutti buoni. Penso alla sua Croce, albero della vita per tutta la creazione e tutta la storia. Quanti frutti da quest’albero. E quanti frutti dagli “alberi buoni” che da Lui sono stati generati. “Riconoscere” l’albero buono nei suoi buoni frutti: questa è la sapienza cristiana! Guardarsi dai falsi profeti è possibile solo immergendosi profondamente nel mistero del Figlio di Dio. Il cristianesimo non è tanto una dottrina, quanto un avvenimento e un’esperienza. E mi sembra molto importante che l’albero buono non venga riconosciuto in se stesso, ma nei suoi frutti. Il falso profeta può presentarsi con uno splendore molto seducente, ma è inevitabilmente auto-referenziale. E tutti noi abbiamo conosciuto il Signore attraverso i “frutti buoni” che abbiamo incontrato nella strada della nostra vita. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La verifica albero-frutti buoni o cattivi è il metodo che suggerisce oggi Gesù ai suoi discepoli precisamente per riconoscere i falsi profeti o i veri uomini di Dio.
Mi sono venuti in mente due paralleli, due riconoscimenti chiarissimi di inviati del Signore, nei quali il “frutto” buono deve ancora apparire nella sua pienezza:
1) Lc 1,42 dove Elisabetta, piena di Spirito Santo dice a Maria: “benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. Il frutto ovviamente è Gesù stesso, il salvatore!
2) Gv 12,24 dove Gesù parla della sua vita: “se il chicco di grano, caduto in terra,… muore produce molto frutto”. Il frutto, sorprendentemente, viene proprio dalla morte e dalla donazione totale di se da parte del Signore (è simile a quello che dice in Gv 10 del pastore buono che dona la vita per le sue pecore).
Nella Lettera ai Galati cap.5,22 : ‘il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè’.
Il frutto buono necessita di qualcuno, di un’ altra persona che può riconoscere e godere la bontà del frutto. Il frutto è buono perchè un’altra persona ne gode,ne riceve del bene?
Viene così molta voglia di non lasciare andare a male i tanti frutti buoni che godiamo nelle altre persone. Sotto-frutti del frutto, il Signore, che continua a ‘produrre molto’ nonostante noi,come hanno scritto Andrea e Dongio.
Con la speranza di limitare il più possibile la nostra produzione di frutti cattivi..
v.15 “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete.” I falsi profeti sono particolarmente pericolosi, perché sono portatori di una parola falsa, che si presenta come buona, ma è aggressiva nei confronti della verità.
L’avvertimento del Signore è rivolto a noi suoi discepoli che siamo inesperti, e dobbiamo imparare a discernere.
Essi sono come “alberi cattivi, marci”.
Così anche S. Paolo esorta con termini simili i cristiani di Efeso: “Nessuna parola cattiva (marcia, putrida) esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano” (Efe 4:29-30).
Secondo le parole del Salmo 1, l’albero buono è colui che stende le sue radici verso il fiume della sapienza, cioè attinge alle parole del Signore ogni giorno. E’ la vite vera di cui noi siamo i tralci. Chi rimane in Gesù porta molto frutto, perché senza di Lui noi non possiamo fare nulla.
Anche l’albero cattivo e marcio produce frutti e da essi lo si può riconoscere. Frutti cattivi di questi alberi sono le divisioni: o perché il falso profeta attira i fedeli a sé e non al Cristo; oppure perché fomenta la creazione di “partiti” avversi all’interno della comunità
Dobbiamo chiedere al Signore che – come con i discepoli di Emmaus – apra i nostri occhi e le nostre menti all’intelligenza delle Scritture, per poterlo riconoscere dove Lui veramente è.
I falsi profeti “vestono come pecore”. Cfr 2 Tim 3:5 “[Negli ultimi tempi gli uomini avranno] la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro!”.
Questi “vestiti” sono la stessa Legge di Dio (v. anche Rom 2:20), le parole della Scrittura, che per essi sono solo come un vestito, ma non penetrano nel cuore.
Sono “lupi rapaci” che rubano e sbranano; non come Gesù che non “rubò” per sé la sua uguaglianza con Dio. Come i lavoratori della parabola, che non vogliono restituire i frutti della vigna al Padrone: il frutto buono è quello che noi restituiamo a Dio. Il frutto che non restituiamo a Dio è frutto cattivo.
“Guardatevi dai falsi profeti”, dunque, è un comando che non contraddice quello di non giudicare, ma ci dice la necessaria attenzione che dobbiamo sempre avere per la custodia pura e buona delle parole e della volontà del Signore: “Dopo una o due ammonizioni sta’ lontano da chi è fazioso” (Tito 3:10).