12 Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13 lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 15 Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16 Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. 17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
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Il verbo usato al ver.12 per dire che Giovanni “era stato arrestato” è propriamente “consegnato”. E’ importante perchè si viene arrestati dalle guardie, ma “consegnati” lo si è da Dio! Questo ci consente di accogliere queste parole come annuncianti la pienezza e il termine dell’antica economia della profezia e della preparazione che ha in Giovanni il suo ultimo profeta, e l’inizio dell’età messianica con la predicazione e le opere di Gesù.
Dopo aver annunciato con le tentazioni nel deserto l’opera di salvezza dal Male e dalla morte, ora la memoria evangelica – concorde nei tre evangeli sinottici di Matteo, Marco e Luca – proclama in modo semplice e diretto la dimensione universale della missione di Gesù, rivolta non solo a Israele ma a tutte le genti. Questa è la ragione dello spostamento della residenza di Gesù da Nazaret a Cafarnao, città posta al confine del territorio di Israele, abitata da stranieri ai tempi della citazione di Isaia qui ricordata, e ai tempi di Gesù pure ricca di presenze straniere, con un presidio dell’esercito romano perchè luogo di confine.
La versione molto libera della profezia di Isaia 8,23-9,1 dilata l’attesa del Messia Salvatore a tutta l’umanità, accomunata da quelle “tenebre” e da quell’ “ombra di morte” che Israele ha ben conosciuto per la sua elezione e per la parola dei profeti, e quindi in attesa,quasi sempre inconsapevole, della salvezza.
E’ molto interessante che il primo annuncio di Gesù sia letteralmente identico a quello che abbiamo ascoltato da Giovanni in Mt.3,2. Per Giovanni era l’invito a volgersi verso l’evento salvifico reso presente da Gesù che si affacciava alla storia dell’umanità. Per Gesù è l’annuncio della sua stessa persona come fonte di salvezza universale. Come dicevamo a proposito dell’annuncio di Giovanni, anche qui non credo si debba pensare solo a una “conversione” morale, ma alla convocazione di tutta la persona che riceve l’annunncio verso l’evento della salvezza.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v. 14 “perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:…”: l’adempimento di questa profezia oggi è legata a una cosa semplice: Gesù si sposta e va ad abitare a Cafarnao. E’ importante che Gesù “ci abiti”, prima di tutte le altre cose che poi verrà detto che lui fa (predicare, guarire, ecc.). L’adempimento delle profezie che indicavano il farsi simile agli uomini e l’abitare in mezzo a loro, già era cominciato con il trasferimento di Giuseppe e la famiglia a Nazaret (“e sarà chiamato nazareno”), poi proseguito con il battesimo di Gesù, che confermava che il Verbo incarnato abita tra noi. E ora Gesù lascia Nazaret per andare ad abitare a Cafarnao: il vangelo nota questo piccolo spostamento geografico di Gesù, solo pochi chilometri, e sembra voler dire che le antiche profezie e la storia della salvezza del Figlio di Dio si compie in luoghi marginali e limitati geograficamente.
Ora che Giovanni viene incarcerato (“consegnato”, anticipatore anche in questo di Gesù e della sua “consegna” nella passione), Gesù potrebbe prendere il suo posto nella predicazione e nel battezzare ed essere lui come punto di riferimento per la fede e il cammino di conversione di tutto il popolo che prima accorreva a Giovanni. Invece il suo trasferimento in Galilea, indica la sua scelta di allontanarsi e scomparire, e perché si adempisse così la profezia di Isaia, nella quale c’è insieme un mistero di umiliazione e di gloria (vedi il passo originario di Isa 8:23-9:1: “In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e la curva di Goim. Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.”
C’è un mistero di umiliazione e di gloria in tutto quello che Gesù compie, facendo la volontà del Padre. E cosa è questa umiliazione, nella regione della “via del mare”, che è un luogo di un certo benessere economico? E’ la mancanza di conoscenza, come dice Osea: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza” (Osea 4:6). Gesù porta là la sua luce, per riscattare questo popolo umiliato, che magari si crede glorioso.
v. 17 “Da allora Gesù cominciò a predicare …”: il vangelo parla di un “inizio”, perché è come una “aurora di luce che sorge”. Anche Matteo sottolinea molto la presenza di luce che è Gesù: già i magi avevano gioito vedendo sorgere la sua stella. E’ il compimento della profezia del Benedictus: “verrà a visitarci dall’ alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ ombra della morte] e dirigere i nostri passi sulla via della pace” (Luca 1:78-79). E’ un inizio nuovo, la storia “nuova” della salvezza.
…e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Sono le stesse parole della predicazione di Giovanni (Mt 3:2), e sono anche molto simili a quelle con cui Gesù manda i suoi proimi discepoli a predicare.
Si può al proposito sottolineare forse la specificità di ciascuno di questi tre annunci. Giovanni aggiungeva – soprattutto per i più religiosi – di fare un frutto di giustizia, che interpretavamo come il farsi in qualche modo pagani e stranieri, e quindi assolutamente bisognosi di salvezza. Gesù qui non aggiunge nulla, ma poiché il brano che immediatamente segue è quello della chiamata dei primi discepoli, si può pensare che “convertitevi”, voglia dire – sulle labbra di Gesù – “seguite me!” (4:19). Ai discepoli – poi – Gesù ordina di annunciare soltanto la Buona Notizia: “Il regno dei cieli è vicino” (Mt 10:7), senza aggiungere nessuna esigenza ulteriore (“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” Mt 10:8): è un annuncio di gioia stupita, che attende solo di essere accolta con gratitudine dagli uomini