9 Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10 Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. 11 Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12 per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. 13 Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 14 Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine.
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La tribolazione, e l’odio di tutti i popoli, sono il segno di una fedeltà viva e appassionata che porta i discepoli di Gesù a celebrare in se stessi la passione di Gesù. Ed è proprio questo ad avvicinare la fine!
I vers.10-12 mettono in evidenza un volto particolarmente drammatico degli ultimi tempi, che solo Matteo ricorda: la persecuzione subìta dall’esterno provoca drammi terribili anche all’interno della comunità cristiana: scandalo e tradimenti (ver.10); falsi profeti che inganneranno molti (ver.11); il raffreddarsi dell’amore in molti (ver.12)! Mi sembra di grande rilievo questa annotazione che porta anche all’interno della Chiesa la solitudine che Gesù ha patito nella sua obbedienza fino alla Croce.
Il ver.13 è molto importante per la presenza di due termini: il perseverare, e ancora, la fine! Questo è il cuore della fedeltà cristiana. E’ la pienezza del mistero del Signore Gesù nella nostra storia personale e comunitaria. Il termine che dice il “perseverare” altre volte è reso in italiano con la pazienza e il pazientare. Alla lettera dice la volontà e la capacità di “rimanere sotto”. Non un atteggiamento passivo, ma al contrario! E’ la forza di resistere con mitezza al peso della persecuzione, di portare il peso di una celebrazione della passione di Gesù che in tanti modi può manifestarsi. Come la croce di Gesù! Per questo io penso che quel “fino alla fine” si possa pensare non solo in termini temporali, ma, come abbiamo già accennato nei giorni scorsi, penso dica il riferimento a Gesù, come pienezza della testimonianza del credente. Chi sopporta il peso della sua “passione” porta la sua umile vita dentro la Pasqua del Signore. E questa è, in termini altamente positivi, la salvezza: “..sarà salvato”, dove la salvezza non è solo “salvezza da”, ma anche e soprattutto “salvezza verso” la pienezza, cioè appunto verso Gesù.
La destinazione dell’annuncio evangelico è “tutto il mondo” e i destinatari di questo annuncio, cioè quelli che consapevolmente o inconsapevolmente attendono la salvezza e la vita nuova, sono “tutti i popoli”. C’è dunque come un “diritto” di ricevere l’annuncio evangelico che dice la missione dei credenti. E anche questo è contenuto essenziale di quella “fine” che dicevamo sopra essere la gioiosa presenza del Signore Gesù in noi e nella nostra storia. Qui mi sembra convenga fare un’osservazione sul tema del “tempo” che già abbiamo accennato. Il tempo che noi viviamo oggi non è la fine, ma anche “lo è” per come ogni discepolo porta a compimento la sua esistenza, porta a pienezza il senso profondo della sua umile vita, celebrando in se stesso la Pasqua del suo Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.”
“Fino alla fine…”
Mi è venuto in mente come nel Vangelo di Giovanni vengono introdotti i grandi eventi della Passione di Gesù:”avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.” (Gv 13,1)
Mi è sembrato bello poter appoggiare questa perseveranza (questo rimanere sotto) al Suo amore fino alla fine. “si raffredderà l’amore di molti”, dice Gesù oggi. Ma il Suo amore no. E’ fino alla fine. E solo su questo mi sembra si possa fondare la speranza di essere salvati.
“…sarà salvato”(v.13): come accenna Giovanni, non è solo “salvezza da”; così, infatti, siamo abituati a pensare: Gesù ci salva dal peccato, dalle colpe… E’ piuttosto una “salvezza verso” la pienezza, per la pienezza della vita: la salvezza è che Dio ci vuole felici in questa esistenza e ci diamo da fare perchè anche gli altri stiano bene e siano contenti. E’ già ora, è qui che siamo salvati. Sentivo dire ieri all’omelia: Come facciamo a sapere che stiamo “facendo bene”? Guardiamo la faccia di chi ci sta vicino…