5 E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.6 Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. 7 Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! 8 Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. 9 E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco.
Post correlati
2 Commenti
Lascia un commento
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Le categorie
- Audio (925)
- Audio e Video (623)
- Dalla Chiesa e dal mondo (168)
- Giovanni scrive… (515)
- Giuseppe scrive… (2)
- Incontri e approfondimenti (443)
- La lectio quotidiana (4.529)
- Le nostre notizie (1.001)
- Letture domenicali e festività (805)
- Senza categoria (6)
- Video (149)
Telegram
Archivi
Gli ultimi articoli pubblicati
- Liturgie del tempo di Pasqua 2023
- “Maria di Magdala”, reading musical-teatrale di Paola Gatta, sabato 15 aprile alla Dozza
- Esodo 40,36-38
- Esodo 40,16-35
- Esodo 40,1-15
- Esodo 39,33-43
- Esodo 39,1-32
- Le Letture e i canti di domenica 2 aprile 2023 – Domenica delle Palme (Anno A)
- Omelia di d. Francesco Scimè – V Domenica Quaresima A – 26 marzo 2023
- Omelia di d. Andrea Bergamini – V Domenica Quaresima (anno A) – 26 marzo 2023
Abbiamo già trovato questo tema dello scandalo al cap.5, nell’insegnamento di Gesù sulle nozze (Mt.5,27-32). Qui esplicitamente si parla di quello scandalo dei “piccoli” cui facevamo riferimento anche allora: c’è sempre uno stretto collegamento tra scandalo e piccolezza. La grande apertura di prospettiva che oggi la Parola del Signore ci dona è l’estensione della “piccolezza” ai discepoli, qualificati come “questi piccoli che credono in me”. Quindi piccoli sono i bambini, e lo sono globalmente tutti i “piccoli”: i poveri, i lontani, i malati, gli ultimi, fino ai peccatori! Lo è chiunque è stato visitato dalla salvezza del Signore! Come anche del mio fratello non credente che Gesù ha messo sulla mia strada! Di tutti, ricordiamolo, il più piccolo è Lui, Gesù! Questo mi porta verso una domanda circa quell’ “inevitabile” che vengano scandali: forse lo scandalo inevitabile, lo scandalo “necessario” è la Croce di Gesù, il rifiuto e l’uccisione dell’Innocente, del Figlio di Dio. Da qui la grande severità, ma anche il grande invito ad una reazione radicale di fronte allo scandalo. La macina da mulino e l’essere gettato in fondo al mare (ver.6), come il taglio della mano e del piede o il cavare l’occhio che scandalizza, dicono l’esigenza di vegliare con grande attenzione sul mistero fondamentale della presenza del Signore Gesù nei piccoli, e su come sia drammaticamente facile portare contro di loro lo scandalo delle nostre presunte forze e grandezze, e soprattutto le nostre miserie.. L’oltraggio alla piccolezza è molto più esteso di quello che istintivamente pensiamo. Si tratta infatti di ogni ostacolo o aggressione alla comunione che Gesù stabilisce con ciascuno. In questo senso c’è piccolezza anche in persone che possono razionalmente sembrare del tutto forti e garantite, perchè davanti al mistero della vita e della salvezza di Gesù, ogni persona è piccola.
La grande prova di tutto questo ci viene data ai vers.8-9, purtroppo resi pericolosamente deboli dalla versione italiana. Infatti quando dice di quello che “è motivo di scandalo”, con ben altra forza il testo afferma non che è un “motivo di scandalo”, ma che la tua mano, o il tuo piede, o il tuo occhio scandalizzano te!. Se il tuo occhio scandalizza te! Questo è il punto cruciale dell’affermazione. Perchè in te c’è la misteriosa e potente presenza del “Piccolo”, che è Gesù in te, nella tua fede, nella tua piccola e povera vita di cristiano peccatore. Perchè Gesù si è fatto piccolo in te! In te abita la piccolezza di Dio. Non puoi quindi scandalizzare il piccolo che è in te, e che lo è così intimamente di fare anche di te un “Piccolo”! In questo straordinario “sdoppiamento”, possiamo cogliere bene la meraviglia e il dramma di questa “presenza”, che fa di ciascuno l’umile tenda del Signore, il luogo della sua abitazione.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il comando di non scandalizzare i piccoli che credono suggerisce la custodia che il Signore ha, e vuole si abbia, verso i suoi discepoli. E la tremenda prospettiva collegata a tale comando ricorda il contrasto tra la Gerusalemme celeste, che è nostra madre, e Babilonia. Di essa si legge infatti in Apocalisse, che riprende una immagine di Geremia 51, che sarà precipitata nel mare come una pietra da mulino (“Un angelo possente prese allora una pietra grande come una mola, e la gettò nel mare esclamando: “Con la stessa violenza sarà precipitata Babilonia, la grande città e più non riapparirà Ap 18:21).
E nella profezia di Geremia 51, al profeta Dio comanda di legare un sasso al rotolo della Parola e gettarlo nel fiume Eufrate, dicendo: “Così affonderà Babilonia e non risorgerà più dalla sventura che io le farò piombare addosso”. In questo modo suggerisce quello che in Giov 12 Gesù dirà di sé, che non è venuto per condannare il mondo, ma è la parola stessa, che non è stata accolta, che opererà il giudizio.
“…che credono in me”: chi è piccolo, e chi – in quanto discepolo di Gesù – si fa piccolo, si converte e crede in Gesù: questi non vanno scandalizzati: non va messo ostacolo alcuno davanti a loro.
I vv. 8-9 “Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno” riprendono quanto già ascoltato – in un contesto diverso – al cap. 5. Ricordano le parole di Paolo in Col 3:5 “Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria”. Tutto quello che nell’A.T. si diceva della idolatria e del grave pericolo che essa è per la vita del popolo di Dio, è applicabile a quanto oggi il Signore definisce “scandalo, ostacolo, inciampo” per il cammino dei discepoli. Tutto ciò che si oppone a Dio è da distruggere.
Tre insegnamenti diversi sembrano venire dalle parole di oggi sui “piccoli”. Il primo dal v. 5 dice la grande grazia che è l’accoglienza dei piccoli, dei bimbi. E’ la beatitudine che Gesù vuole porre sulla cura semplice e quotidiana che le nostre mamme, i babbi, e in qualche modo molti di noi possiamo offrire ai piccoli che ci sono dati nelle nostre case: è accogliere e servire Gesù stesso; Gesù è in loro; Gesù è loro.
Il secondo viene dal v. 6: Non scandalizzare i piccoli che credono: questa colpa (insegnare a peccare, far deviare e inciampare chi nella fede è meno saldo, più “piccolo”) è molto più grave che peccare da sé; e infine le parole dei vv. 8-9 sulla necessità di togliere quella parte di noi che scandalizza il “piccolo” vuole offrirci – ci pare – un insegnamento un po’ diverso da quello del cap. 5. In questo contesto, infatti, in cui il tema è la piccolezza dei bambini, più che riferirsi ad attenzioni morali, ci sembra che voglia dire l’urgenza di liberarsi da ciò che in noi ci allontana dalla poccolezza del bimbo, dalla sua capacità e prontezza a confidare solo in Dio e non nelle proprie forze: un invito quindi a ridurre quelle potenze che ci tentano di grandezza e autonomia.
Da questo deriva la opportunità e la bellezza di riconoscere le proprie piccolezze e i propri limiti come una cosa buona (cfr. v. 4: “Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli”). Ciò che ci fa grandi (un occhio, una mano, un piede, una abilità, ecc.) può impedirci l’ingresso nel regno, e per questo il Signore ci consiglia di eliminarlo.
E infine: se tu poni ostacolo alla piccolezza dei bimbi, allora poni ostacolo, e scandalo a te stesso. Questo bimbo infatti è la tua salvezza. Il modo e l’occasione che ti è data per entrare nel regno dei cieli, per entrare nella vita. Se tu poni inciampo a lui, allora precludi anche a te la possibilità di entrarvi.