1 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2 E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4 Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5 Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6 All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7 Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8 Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
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PRIMA PARTE
Nell’ultima parte del cap.16 Gesù si è presentato come il grande punto d’incontro tra Dio e l’umanità. La prospettiva dei discepoli, cioè di tutti coloro che vogliono seguirlo (Mt.16,24ss) è quello di gettare in Lui tutta la loro vita, di perderla, per trovarla nella pienezza della luce del Figlio di Dio.
Il cap.17 si apre oggi per noi con questo miracolo del tutto singolare, che la tradizione chiama “la trasfigurazione”. La memoria che oggi riceviamo dalla bontà di Dio sottolinea la particolarità e la riservatezza dell’avvenimento, e quindi la speciale scelta di coloro che Egli conduce su questo monte, e la precisazione che tutto si compie “in disparte”. Un miracolo “segreto”, dunque. Lo ricorderà Pietro nella sua Seconda Lettera: 2Pt.1,16-19. Una specie di grande contrasto tra la luminosità abbagliante dell’avvenimento e una specie di “gelosia” della sua riservatezza. Ci chiediamo il perchè di tutto questo.
Matteo, al ver.2, enfatizza questo prodigio di luce: il volto di Gesù come il sole, e le sue vesti candide come la luce! Mosè ed Elia, al ver.3, “conversavano con Lui”: i due grandi protagonisti della rivelazione divina, Mosè per la Legge, ed Elia per la profezia parlano con Lui! Nel testo parallelo di Luca 9,28-36 veniamo a sapere che parlano del suo “esodo” che deve compiersi a Gerusalemme: la sua Pasqua! Dunque oggi tutto il mistero di Dio, tutta la sua Parola nella storia di Israele e dell’intera umanità, la sua stessa presenza e la sua opera…tutto si raccoglie nell’umile persona di Gesù di Nazaret! Egli è ora pienamente “glorificato” dalla luce divina che in Lui e da Lui si manifesta. La “tentazione” di Pietro è quella di fermare l’evento e il luogo dove si compie, fissarne lo spazio e i protagonisti – Gesù, Mosè ed Elia – e dunque sacralizzare luogo ed evento come è proprio delle “religioni”. Farne un “santuario”.
La risposta divina a questa ipotesi è innanzitutto la “nube luminosa” che “li coprì con la sua ombra”(ver.5).
CONTINUA
Traiamone due immediate considerazioni. La prima afferma che non siamo noi a costruire la dimora di Dio, ma è Lui che prepara una tenda per noi. Le due parole – tenda, e”li coprì con la sua ombra” – si richiamano: al progetto di Pietro di costruire le tre capanne, Dio risponde avvolgendoli tutti nella sua nube. Le note delle bibbie ci ricordano che la nube è il segno della presenza e dell’abitazione di Dio in mezzo al suo popolo. La seconda osservazione riguarda l’incrocio singolare e affascinante tra la “luminosità” di questa nube e “l’ombra” con la quale avvolge i discepoli. E’ la luce divina che non possiamo percepire se non nell’ “ombra” del mistero, e cioè di quello che possiamo solo ricevere e che non possiamo noi realizzare e comprendere con le nostre forze o le nostre opere: è il dono della fede.
L’apice dell’evento è la “voce dalla nube” – la voce divina – che proclama: “Questi è il figlio mio, l’amato: in Lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. Gesù è L’Eletto di Dio. E’ il Figlio di Dio. Il rapporto con Dio passa tutto attraverso di Lui: “Ascoltatelo”! In Gesù Dio si consegna alla terra, alla storia umana, a noi, alla nostra povertà, alla nostra condizione di peccatori, alla nostra carne, alla nostra paura, alla nostra morte…La piena comunione con Dio non avviene perchè l’uomo si innalza fino a Lui (questa è l’ipotesi menzognera del Serpente antico ai progenitori), ma perchè, in Gesù, Dio si abbassa e scende fino a noi in pienezza. La storia di Dio diventa la nostra storia e la nostra storia, con tutte le sue ferite, diventa la storia di Dio. La religione prospetta prodigi e fissa modi e condizioni per il loro compiersi. La fede annuncia e dona l’amore di Dio fino alla Croce di Gesù. La religione chiede la potenza sovrumana di Dio. La fede annuncia il suo amore per l’umanità che lo porta fino alla nostra carne nella persona di Gesù, che nella sua obbedienza compie il mistero dell’amore divino nella sua morte d’amore! Uno scandalo d’amore. Il miracolo dell’amore. Perdonate i limiti terribili della mia poca fede e quindi del mio confuso balbettare.
Quando Gesù tocca i suoi discepoli e li fa alzare, essi “non videro nessuno, se non Gesù solo”!! Tutto si è ormai raccolto in Lui.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Nel racconto di Matteo della trasfigurazione di Gesù è particolarmente sottolineata la luce e lo splendore della gloria di Dio visibile in Lui, anche la nube è “luminosa”, e il volto di Gesù: è il segno della vittoria ormai prossima della luce sulle tenebre.
Abbiamo letto in parallelo al brano di oggi alcuni brani della lettera agli Ebrei, che porta paralleli tra Mosè (e Elia) e Gesù. Già l’inizio della lettera presenta Gesù come il compendio luminoso di tutte le parole dell’A.T. “In questi giorni, Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, … è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola”. E al cap. 9 leggiamo che il “sommo sacerdote Gesù” entra nel santuario non fatto da mani d’uomo perché non appartiene a questa creazione.
v. 1 “Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello…”: a questi tre discepoli Gesù mostra oggi anticipatamente la sua gloria. E questi tre saranno gli stessi che Gesù “prende con sé” nel momento della sua preghiera intensa al Gestsemani prima della sua passione.
Troviamo questa azione di “prendere con sé” altre due volte nel racconto delle tentazioni di Gesù al cap. 4. Si tratta proprio dell’opposto di quanto fa Gesù con i suoi. Il diavolo “prese con sé” Gesù sul pinnacolo del tempio, e poi su un monte altissimo, insidiandolo proprio sulla sua Figliolanza divina e offrendogli invece della dolce gloria del Padre, lo splendore di tutte le nazioni. Oggi, nella trasfigurazione, quasi rispondendo per opposizione a quelle tentazioni, Gesù vuole mostrare ai suoi che la Figliolanza divina (prima di tutto sua, e nostra in Lui) è fondata sull’ascolto (e l’obbedienza) alla parole del Padre, e che la gloria vera è ricevuta passando per il Getsemani e per la Pasqua di passione e risurrezione.
La “gloria” di Dio e la presenza di Gesù. Quando oggi Gesù “esce” dalla trasfigurazione “tocca” i discepoli. È il passaggio dalla gloria della teofania che spaventa, alla presenza di Gesù che incoraggia i suoi discepoli.
Non c’è risposta alla proposta di Pietro di stabilire tende e fermarsi, se non la nube e la voce del Padre che dà il privilegio all’ascolto. La fede attraverso l’ascolto viene indicata come la fonte della beatitudine.
Ricorda Davide quando progettava di costruire il tempio, di fare una dimora per il Signore Dio e riceve la visita del profeta che gli annuncia: “No. Ma sarà Dio che farà a te una casa!”. E’ il Signore che costruisce la casa, come ha fatto anche per suo figlio in Maria.
v. 5 “Ascoltatelo”, cioè “seguitelo!”, perché questi vv. vengono dopo i brani dei giorni scorsi in cui Gesù diceva come è la sua via e come bisogna fare per seguirlo. Deve andare Gerusalemme a soffrire e morire, e tutti devono prendere la croce per seguirlo. Il Padre dicendo: “Ascoltatelo!” vuole dire “Non abbiate paura di seguirlo in questa via verso Gerusalemme, perché è la via indicata da tutte le Scritture (Elia e Mosè), è la strada del vero modo per Lui di essere il Figlio di Dio, Figlio prediletto!”. Anche le parole di Gesù ai suoi: “Alzatevi, non abbiate paura!”, forse riguardano la sequela: “Seguitemi senza paura!”.
Ascoltare la voce del Padre che viene dalla nube spaventa i discepoli, come quando erano nella barca insieme a Gesù che dorme e si spaventano per la tempesta. Una volta che Gesù l’ha calmata si chiedono “Chi è costui, a cui i venti e i flutti obbediscono?” (Mt 8:27).
Non è tanto vedendo i segni portentosi della gloria di Dio, ma ascoltando la parola del Padre, il Figlio suo Gesù, avremo fede in Lui e saremo suoi discepoli. Anche nella barca Gesù dice loro: Non temete!”: li esorta a fidarsi di Lui.