5 Nel passare all’altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. 6 Gesù disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». 7 Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso del pane!». 8 Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane? 9 Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? 10 E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? 11 Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei». 12 Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.

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Si sono dimenticati di prendere il pane. Nel testo parallelo di Marco 8,14-21 si dice che hanno preso un pane solo. Questo mi incoraggia ad esprimere subito quella che mi sembra essere la grande “chiave” di ascolto del nostro brano. Quel “pane solo” infatti, mi sembra voglia dirci di Gesù stesso! E’ Lui quel solo pane che veramente nutre tutti. Ma procediamo con ordine.
Gesù interviene nella preoccupazione dei discepoli con un’affermazione che può sembrare lontana dai loro pensieri: “Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei”(ver.6). Infatti, al ver.7, essi restano nei loro pensieri: “Non abbiamo preso del pane”. Ed effettivamente, secondo la versione di Matteo sembra che di pani non ne abbiano preso neppure uno. Al ver.8 Gesù interviene di nuovo con un rimprovero per la loro poca fede e li invita a capire e a ricordare quello che da poco è avvenuto, e cioè il duplice miracolo dei pani, con la straordinarietà non solo di quanta gente ne è stata nutrita, ma di quanto essi stessi ne hanno raccolto e portato via in entrambi le occasioni. Mi sembra che questo voglia dire che il duplice miracolo dei pani compiuto da Lui deve avvertirli nei confronti del “lievito” dei farisei e dei sadducei, e deve dar loro piena fiducia che la sua Persona è certezza di ogni bene davanti ad ogni problema.
E a questo punto riprende l’affermazione iniziale del ver.6, ribadendo che devono guardarsi dal lievito dei farisei e dei sadducei. Possiamo ricordare che nel testo precedente questi gli avevano chiesto “un segno”. E questo è proprio il loro “lievito”, cioè quello che “aggiungono”, esigono e impongono a se stessi e agli altri, come “garanzia” e sicurezza del loro rapporto con la Parola di Dio. Come sapete, la Bibbia afferma nelle sue ultime battute, in Apocalisse 22,18-19, quello che anche altrove – per esempio in Deuteronomio 4 – viene affermato con forza circa il comando divino perentorio di nulla aggiungere e nulla togliere alla Parola di Dio che ci viene donata. Al “pane azimo” del Libro dell’Esodo nella notte pasquale della liberazione dall’Egitto, sempre presente sulla Mensa Pasquale ebraica e pienamente illuminato dalla Persona di Gesù e dalla sua Pasqua, i farisei e i sadducei – e non solo loro! – aggiungono il loro “lievito”. Da questo, dice Gesù, bisogna guardarsi!
Gesù è la “porta stretta”, cioè l’Eletto di Dio. Di Lui il Padre si compiace. E’ Lui che bisogna ascoltare. Di Lui nutrirsi. Il tema dell’elezione divina, dall’antico Israele fino a Gesù, è assoluta. Questo è del tutto contrario a spiritualità, come quelle dell’Oriente, che tendono a raccogliere in un’unica “spiritualità” ogni concezione di Dio. Apparentemente accogliendo tutto, in realtà poi non sopportando che il Vangelo del Signore venga annunziato. Anche noi cristiani siamo stati e siamo intolleranti e, quando succede, persecutori di chi ha fede diversa. Appunto perchè non ci fidiamo di Lui. Di questo unico “Pane”. Di Lui invece bisogna ricordare che solo Lui è capace di sfamare moltitudini. Solo Lui è capace di raccogliere e di accogliere le vie più diverse per unirle in una comunione che non è uniformità, ma incontro di diversità in Lui. Solo la fedeltà piena a Lui consente di essere pienamente e veramente aperti e attenti, e capaci di cogliere quello che di buono può portare ogni diversità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“”Guardatevi dal lievito…”: è la dottrina dei farisei, è l’ipocrisia (Lc). Come fare a guardarsi da questo? Gal ci aiuta: non tornare alla lettera della Legge, ma rimanere i quella libertà a cui Cristo ci ha liberati (Gal 5:1). Come anche leggiamo in Gv 8:31s “Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.” Il pane è la Parola che abbiamo ricevuto.
In Mc viene citato anche il “lievito di Erode”: queste dottrine, queste tradizioni in cui si confida, è la propria certezza di non sbagliare mai, la fiducia nelle proprie forze. I discepoli hanno dimenticato il pane: è normale. E allora Gesù li riporta a ciò che ha appena compiuto: è un invito che rivolge a loro a non confidare nelle proprie forze, ma nella potenza del Signore.
Per tre volte i discepoli tribolano perché mancano del pane. La prima volta davanti alla folla di più di 5000 persone, poi con i 4000, e adesso. Dicevano a Gesù: “Abbiamo pochi pani e pochi pesci!”, E adesso c’è lo stesso problema, e dicono tra loro: “Non abbiamo pane!”. La causa della preoccupazione e tribolazione non è tanto che mancano di qualche cosa, ma che non confidano in Gesù, e quindi pensano allo stesso modo dei farisei e sadducei. E noi non abbiamo fede, e corriamo il pericolo di credere a una dottrina diversa dalla parola buona di Gesù.
La mancata comprensione dei discepoli deriva dal non ricordare l’opera del Signore. E il Signore ci scuote, ci fa ricordare e comprendere il suo amore. Magari si serve di un gallo, di uno sguardo, come con Pietro dopo il suo rinnegamento, “Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto…” (Lc 22:61). La ricerca del Signore, secondo il libro dei Proverbi, conduce alla comprensione “I malvagi non comprendono la giustizia, ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto” (Pro 28:5).