1 I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. 2 Ma egli rispose loro: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; 3 e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? 4 Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Li lasciò e se ne andò.
Registrazione dell’omelia partecipata durante il ritiro dei fratelli e delle sorelle a Sovere.
Il tema del segno è di assoluta rilevanza per la fede ebraico-cristiana.
Per le sapienze mondane il “segno” deve essere qualcosa di prodigioso e di grandioso, proprio per essere “potente” nella dimostrazione. E deve quindi essere “garanzia” e prova sicura di quello che vuole affermare e mostrare. I vers.2-3 del nostro brano sono le parole con le quali Gesù afferma che “il segno” è del tutto dato e del tutto presente, ma loro non sono in grado di coglierlo. E non lo sono proprio perché “il segno”, che è Lui stesso, Gesù, il Figlio di Dio Figlio dell’uomo, contradice quella pretesa di mondana sicurezza e di mondano possesso che caratterizza la dottrina farisaica. Per questo motivo Gesù denuncia la dottrina farisaica come mondana.
Tale dottrina, alla quale anche noi siamo così facilmente esposti, concepisce il regno di Dio come una conquista che ciascuno compie con l’osservanza della legge: dunque il regno concepito dai farisei è un “merito” e un “premio”! Ma tale non é il regno di Dio che Gesù è venuto ad annunciare e a donare. In Gesù Dio si fa piccolo come noi (“il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” ), e per il suo amore per l’umanità Egli si immerge nel dramma umano fino alla morte: fino alla sua Pasqua! Noi non siamo dei vincitori né dei virtuosi, ma dei salvati!
E questo è “il segno di Giona”, che abbiamo già incontrato in Mt.12,39: “Come Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra”. Ma questo segno supremo della fede di Gesù, per i farisei non sarà un segno, ma se mai uno scandalo: lo “scandalo della Croce”! Questo è “il segno di Giona” (ver.4). Questo segno non sarà per “una generazione malvagia e adultera che pretende un segno!” Perché la chiama “malvagia e adultera”? Perché la dottrina farisaica è tradimento anche del mistero nuziale che unisce a Dio il Popolo della Prima Alleanza. Come abbiamo incontrato nella prima delle beatitudini, il regno è preparato e donato solo ai “poveri in spirito”, cioè a coloro che in Gesù riconoscono il mistero dell’amore di Dio che si fa povero per la salvezza dell’umanità fino alla sua Pasqua di morte e risurrezione.
Non conquista, dunque! Ma solo “dono”: “grazia”!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.