5 Nel passare all’altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. 6 Gesù disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». 7 Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso del pane!». 8 Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane? 9 Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? 10 E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? 11 Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei». 12 Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.
Registrazione dell’omelia partecipata durante il ritiro dei fratelli e delle sorelle a Sovere.
Una rapida lettura di Luca 12 mi è stata preziosa per entrare nella Parola che oggi il Signore ci regala. E naturalmente credo importante considerarla in continuità con quello che ieri ascoltavamo sul “segno dal cielo”. E’ interessante che questo sviluppo dell’insegnamento del Signore prenda spunto da un piccolo incidente: “i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane” (ver.5). Gesù interviene nei loro discorsi prendendo spunto da questa mancanza di pane: “Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei” (ver.6).
Sembra che il ver.7 voglia denunciare la non attenzione dei discepoli alle parole di Gesù, presi come sono dalla loro preoccupazione: “Non abbiamo preso del pane!”. Invece Egli era intervenuto con forza e severità, con i due verbi resi in italiano con “fate attenzione e guardatevi”! Qual è il problema che Gesù vuole sollevare attraverso l’incidente del pane mancante? Egli vuole evidenziare la mondanità del pensiero dei farisei e dei sadducei, che, sia pure con diverse impostazioni mentali, vogliono affermare che ognuno è, sa e ha quello che da se stesso si procura! Compreso il regno dei cieli, che ognuno deve meritare e conquistare! Ma in questo modo si travolge e si nega la grazia divina, sovrabbondante e meravigliosa, come loro stessi hanno sperimentato nel duplice prodigio divino dei pani: cinque per i cinquemila e in più le ceste portate via da loro, e sette per i quattromila più le sporte dei resti!
Tale sovrabbondanza del dono divino, che essi hanno conosciuto nei due miracoli compiuti dal Signore, contrasta radicalmente dal “lievito dei farisei e dei sadducei”, per i quali non c’è dono divino, e ognuno è e ha quello che riesce a procurarsi! Nella loro dottrina non c’è dono. Non c’è grazia! Gesù, invece, è venuto a rivelare e a donare la sovrabbondante grazia di Dio! Tale grazia non conosce limiti. Anzi, più è povera la condizione umana, più il dono del Signore è sovrabbondante! Il cattivo lievito di farisei e sadducei consegna ciascuno a se stesso e quindi agli inevitabili limiti e difetti qui rappresentati dalla dimenticanza dei discepoli che dicevano: “Non abbiamo preso del pane”. Secondo tale dottrina ognuno ha quello che si merita.
Nella fede che Gesù è venuto a donarci, ognuno può far sua la Parola di Maria di Nazaret che con esultanza magnifica il Signore che “ha guardato la povertà (e non l’ “umiltà”, come equivoca la traduzione italiana) della sua serva” (Luca 1,46-55). Serva che tutte le generazioni “chiameranno beata”. Da questo i discepoli comprendono che Gesù “non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei” (ver.12)
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.