40 Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41 Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42 Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
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Entriamo nella bellezza misteriosa delle Parole che oggi il Signore ci regala considerando con stupore come, attraverso la Persona e l’opera di Gesù, Dio abbia veramente “invaso” il mondo e la storia: ormai lo si incontra dappertutto e sempre! Ogni persona viene verso ciascuno di noi come “angelo” del Signore. Tutto questo per la presenza tra noi del Figlio di Dio.
Innanzi tutto, al ver.40, osserviamo la condizione del tutto ordinaria delle persone cui Gesù si rivolge: “Chi accoglie voi, accoglie me”. Quel “voi” mi sembra veramente riguardare ogni discepolo! Ogni persona che oggi verrà a noi, lo accoglieremo come Gesù. E così facendo accoglieremo il Padre stesso!
Il ver.41 fa un passo ulteriore regalandoci, in ogni persona, anche il suo dono particolare, il volto meraviglioso e irripetibile della sua persona: riconoscere il profeta come profeta e il giusto come giusto. Ebbene, accogliere il fratello con il prezioso dono della sua particolare esperienza del dono di Dio, porta con sè la nostra partecipazione a quello stesso dono. La “ricompensa del profeta” o quella del giusto dicono tutta la fecondità dei doni di Dio quando noi li riconosciamo e li accogliamo in chi ce li porta.
Ma il ver.42 porta avanti questi pensieri in modo vertiginoso perchè ci porta in mezzo a coloro che sembra non possano avere doni particolari da portare e comunicare: sono dei “piccoli”. Mi pare che questo attributo vada colto in tutta l’ampiezza del suo possibile significato: i bambini, i poveri, gli ultimi nella società e nella cultura, le persone immerse e avvolte dalle prove della loro vita, quelli che secondo le “regole” non hanno diritto e non hanno posto…Ebbene, proprio questi piccoli sono in mezzo a noi come opportunità straordinaria per noi. Un “noi” che a questo punto riguarda anche chi si trovasse ai margini della fede, e apparentemente pochissimo facesse per questi piccoli: “anche solo un bicchiere d’acqua fresca”. Ogni uomo e donna della terra, qualunque sia la sua personalità, o condizione, o stima e disistima, o fede o non fede…,è talmente prezioso al cuore del Padre che nessuno perderà la sua ricompensa anche per una piccolissima attenzione verso questi piccoli prediletti di nostro Padre.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Questa attribuzione del titolo di “profeti” e “giusti” agli apostoli, e la ricompensa per chi li accoglie, è legata alla parola del Vangelo di cui loro sono portatori.
Le parole di oggi sono la testimonianza del potere dato agli apostoli di rendere partecipi della loro ricompensa anche chi li accoglie.
Le parole che gli apostoli portano sono l’annuncio dell’inizio del regno dei cieli. Accogliere loro e le loro parole è ricevere con loro la ricompensa, che è la partecipazione a questo regno. E questo “regno” è l’amore di Dio, conoscere Lui e il Figlio suo Gesù.
Nella visione dell’apocalisse quella donna prostituta è seduta su una bestia scarlatta su cui sono scritti molti nomi blasfemi, e lei stessa ha un nome cattivo. Nel vangelo abbiamo ascoltato che gli uomini possono accogliere altri uomini con nomi buoni: profeta, giusto, discepolo. E accogliendoli, potere ricevere attraverso queste persone nomi buoni che si addicono a Dio, è bello.
Nei vv. precedenti di questo capitolo 10 abbiamo colto un insegnamento in ordine alla piccolezza. Questo insegnamento è dato perché le persone possano accogliere più facilmente gli inviati. “Chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli miei discepoli, non perderà la sua ricompensa!”. E’ più facile accogliere questo che altro (un profeta, un giusto). Da queste parole e dal brano della Piccola Regola sulla castità, ci viene una esortazione particolare a imparare la piccolezza.
Accogliere un apostolo come apostolo, un profeta come profeta, un giusto come giusto… è anche una esortazione ad accogliere con gratitudine la varietà dei doni che il Signore dispensa ai vari membri della sua comunità, la Chiesa. E’ un invito ad apprezzare e ringraziare per il dono del fratello, e nello stesso tempo è una rassicurazione per quelle membra più piccole della Chiesa (i “discepoli”) che sono le più importanti, e che pur vedendosi senza particolare autorità o carisma vengono a sapere di ricevere la stessa ricompensa di quei fratelli e sorelle maggiori che essi accolgono benevolmente e con gratitudine.
Quale poi si la ricompensa che il Signore assicura lo si può venire a sapere rileggendo nel cap. 6 gli insegnamenti di Gesù sulla preghiera, l’elemosina e il digiuno: non quelle che gli uomini si danno in modo vano tra di loro, ma quella perfetta della comunione con Dio Padre, che Lui ci dona vedendo “nel segreto”.