1 Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 2 Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3 – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4 e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, 5 quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
6 Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
7 Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
8 Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». 9 E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. 10 Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 11 Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, 12 non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. 13 Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
In questi mesi ho avvertito la forte importanza di questa Parola e di altre simili espresse da Gesù! Ho sentito molto il peso e il pericolo di parole “non di Dio” elevate a norme etiche di grande impegno e di non uguale forza spirituale, proprio perchè “non di Dio”. Talvolta ho addirittura riportato l’impressione di un certo abbandono della Parola del Signore per dar posto a pensieri, a disposizioni e a norme dedotti più dalla nostra presunta razionalità-scientificità che dalla semplice e luminosa Parola evangelica.
A queste parole “non Parola di Dio” il nostro testo dà nomi diversi: “tradizioni degli antichi”(vers.3 e 5), “cose per tradizione”(ver.4), “dottrine che sono precetti di uomini”(ver.7), “tradizione degli uomini”(ver.8), “la vostra tradizione”(ver.9), “tradizione che avete tramandato voi”(ver.13). E Gesù vi contrappone “il comandamento di Dio”(vers.8 e 9) e “la Parola di Dio”(ver.13).
Nella sua risposta alle obiezioni dei farisei e degli scribi venuti da Gerusalemme, Gesù cita innanzi tutto il testo di Isaia 29,13 che voi troverete nelle vostre bibbie in forma un po’ diversa, in quanto il Vangelo cita Isaia nella versione greca, mentre la nostra bibbia ci dà la traduzione dall’ebraico; ma il senso è assolutamente uguale. Il profeta esprime un giudizio molto severo su questo insegnamento di “dottrine che sono precetti di uomini”, dicendo che in tal modo “questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. E’ l’accusa di una rinuncia alla Parola di Dio per assumere pensieri appartenenti alla sapienza mondana (ver.8).
Nella seconda parte del nostro testo Gesù fa di questo un esempio concreto che Egli trae dalla contaminazione che viene fatta nei confronti del comandamento mosaico – è uno dei Dieci Comandamenti! – dell’onore per il padre e per la madre, quando ciò che un figlio darebbe loro per aiutarli viene dal figlio stesso dichiarato “korban”, cioè “offerta a Dio”. L’affermazione di Gesù è proprio meravigliosa perchè mostra chiaramente come l’onore a Dio non sia una specie di “spazio sacro” separato da quello che Dio stesso chiede nella comunione d’amore tra i figli e i loro genitori. Onorare loro è onorare Dio stesso.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Lectio 2008
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