35 Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36 Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37 E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38 Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39 Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40 E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41 Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42 E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43 E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
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lectio 2008:
http://lectioquotidiana.blogspot.com/2008/07/mc-535-43.html
Il ver.35 sembra voler intenzionalmente legare, come del resto appare dalla struttura del testo, la vicenda della donna a quella di questa bambina. Già dicevamo che entrambe queste figure concorrono ad affermare il ritrovamento della Sposa da parte dello Sposo, e quindi l’esito finale della storia della salvezza. La ricerca dell’uomo da parte di Dio, a partire dal grande divorzio provocato dal peccato delle origini (Genesi 3), si compie in Gesù, il Figlio di Dio che trova la creatura amata e perduta e la restituisce alle nozze d’amore con il suo creatore.
Mi chiedo se la figura di questa dodicenne non voglia sottolineare particolarmente la gloria di Israele, che non è esclusa dal mistero di Dio, ma anzi ne è protagonista, e come tale è chiamato alla stessa nuzialità. Per questo mi sembra importante che si tratti della figlia del capo della sinagoga. A lui viene detto che la figlia è morta, e che è inutile che egli disturbi il Maestro. Mi sembra importante anche questo “titolo” di maestro, che designa in Israele chi raccoglie e trasmette l’insegnamento di Dio. Gesù si oppone a questa resa, e invita il capo della sinagoga a non temere e a credere.
Mentre la vicenda della donna emorroissa è stata del tutto “pubblica”, questa è del tutto riservata, a partire dagli stessi discepoli dei quali solo alcuni vengono scelti ad essere tetimoni. Questo avviene anche in altre occasioni particolarmente forti e delicate della vicenda evangelica. Gesù si incontra con la tipicità delle liturgie funebri, che celebrano la morte con trambusto, pianto e urla: un fenomeno istintivo, diffuso in tutte le celebrazioni della morte. Quello che Gesù contesta è il fatto stesso della morte! “La bambina non è morta, ma dorme”(ver.39). A questo punto pongo a me e a voi una domanda: la portata di questo testo è la memoria di un miracolo, o vuole almeno alludere alla vittoria sulla morte che Gesù è venuto a portare? Il dormire della bambina che non è morta vuole provocatoriamente preparare al miracolo, o ci troviamo davanti all’annuncio pasquale della vittoria sulla morte? Propendo per la seconda ipotesi, e cioè che attraverso il miracolo della bambina, Gesù voglia proclamare il dono della risurrezione universale.
All’affermazione di Gesù, l’agitazione delle persone diventa derisione. Gesù reagisce scegliendo una piccola assemblea eletta ad assistere al mistero della vita che vince la morte. Solo i discepoli e i genitori della bambina. Le parole dette alla bambina lo sono nella lingua dei suoi genitori, del suo popolo. Sembra quindi confermata l’intenzione di sottolineare il segno donato al Popolo della Prima Alleanza. Mi colpiscono quindi due particolari. Il primo è quella raccomandazione di una impossibile riservatezza: solo loro devono sapere che la bambina è risorta! Il secondo è l’età della bambina: dodici anni. Abbiamo già collegato questi dodici anni con i dodici anni della malattia dela donna emorroissa. Ora mi piace sottolineare che i dodici anni sono anche quelli che nei piccoli ebrei segnano l’ingresso nell’età adulta. Lo possiamo trovare in Luca 2,41-52, nel racconto di Gesù perduto dai suoi a Gerusalemme per essere ritrovato con i dottori del tempio. E’ piccola questa bambina, ma ora entra nella maturità. E’ quindi pronta per le nozze?
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.