9 Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11 E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». 12 E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13 e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
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I bei commenti del 2008 a questo testo:
– http://lectioquotidiana.blogspot.com/2008/05/mc-19-11.html
– http://lectioquotidiana.blogspot.com/2008/05/mc-112-13.html
La Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore mi sembra volerci confermare che quello che si dice di Gesù è già in qualche modo il regalo evangelico che viene fatto a noi: parlando di Gesù, parla a noi di noi! Vedo infatti Gesù immerso nell’anonimato della folla che è accorsa al Giordano da Giovanni. Immerso tra noi. Niente di speciale e di particolare è detto di Lui. Quello che accade al ver.10 solo Lui lo vede: lo squarciarsi dei cieli e lo Spirito scendere su di Lui come una colomba. La voce dal cielo potrebbe essere invece udita non solo da Lui, ma da tutti. Se è così, ognuno di quei peccatori convenuti per il battesimo di Giovanni, sente dirsi: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Ma può darsi che solo Gesù abbia udito questa Parola del Padre.
Certamente Lui solo viene “subito” – dove si vuol sottolineare, come anche al ver.10, e come sovente vedremo nel testo di Marco – dallo Spirito “sospinto” (la versione latina dice “expellit”) nel deserto: questo essere “buttato fuori” vuol forse dire con una certa violenza l’esilio di Gesù dal Padre che lo ha proclamato Figlio? O forse ancora una volta vuol dire qual’è la situazione e la vicenda di ognuno che attraverso il battesimo di Giovanni venga introdotto nella nuova vita portata da Gesù? Come si è ascoltata la voce del Padre, così ora lo Spirito ci butta, con Gesù e come Gesù, nel “deserto” della creazione e della storia?
Certamente non siamo più nel giardino degli inizi. E Gesù è con noi nel deserto. Dicevo deserto della creazione e della storia, in una collocazione che non è l’intima comunione con Dio, ed è indubbiamente un “esilio”. Però è, per Lui e forse anche per noi, una collocazione misteriosamente positiva, quasi regale. I “quaranta giorni” suggeriscono la vita di un’intera generazione, il camminno stesso della vita terrena: dalla liberazione mediante il battesimo fino alla Terra Promessa, fino al Giardino. Nella povertà del deserto, ma: “tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano”!
Dunque una condizione di prova, di tentazione, di esposizione al male: ma senza il peccato! Con le bestie selvatiche: ma con uno “stava” prolungato per tutto il tempo dei “quaranta giorni”, e quindi per tutta la vita terrena, però non aggredito. Uno “stare con” che forse, più ampiamente, dice uno stare in certo modo “in pace” proprio con chi si dovrebbe considerare nemico. Ma nemico è solo il Satana. Con “le bestie”, sta: convive, vive insieme!
“..e gli angeli lo servivano”: anche qui, un evento prolungato nel tempo, per tutto il tempo dei quaranta giorni, e quindi, come dicevamo, per tutta questa vita. Che è vita di esilio nel deserto e vita sottoposta a tentazione dal Maligno. Ma è circondata dalla diaconìa degli angeli. E’ avvolta da una liturgia angelica, che non è propria del deserto, e che anticipa la Terra promessa, il Giardino. Tutto questo sembra essere l’ikona meravigliosa del Figlio di Dio nella nostra povera storia. Vuol dire anche di noi, e della nostra vita con Lui?
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Subito lo Spirito muove Gesù verso il deserto. Sembra quasi un’efficacia immediata del battesimo. Battezzato e subito in viaggio.
Bellissima anche la dichiarazione d’amore che il Padre fa verso il suo Figlio. Gesù sembra quasi rispondere..con l’obbedienza silenziosa alla guida dello Spirito.
Come se fosse l’unica risposta possibile, l’unica lode vera e degna.
Ho come l’impressione, per me sicuramente, che la vita degli uomini sia guidata da ben altre spinte. Siamo già nelle tentazioni del deserto?
Le bestie selvatiche? Gli angeli? Dove siamo?
Che potenza il Vangelo.
Come il ritornello del canto, dal profeta Ezechiele:
‘Spirito dai quattro venti, vieni a noi, soffia su questi morti, perchè ricevano vita nuova.’