14 Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. 15 E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17 Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

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E così, eccoci alla fine del nostro grande cammino nel Vangelo secondo Marco. Vi ringrazio tutti di cuore perchè ogni giorno mi sono sentito accompagnato e sostenuto da ciascuno di voi e da voi tutti. E sono felice per come questa volta ho percepito il significato di questa conclusione del cap.16, che si potrebbe dire piuttosto deludente. Ma ho capito che è bello sia così. E’ ben giusto infatti che l’evento della risurrezione metta crisi dappertutto. E continui a farlo anche ai nostri giorni: se in Gesù la morte è stata vinta, tutto deve cambiare radicalmente. Ogni pensiero come ogni progetto, ogni concezione dell’uomo e della storia, e persino ogni tesi teologica…tutto entra in crisi.
Ma la Parola di oggi si spinge ancora più avanti nello “scandalo”! Persino gli annunziatori e i testimoni del Vangelo sono del tutto inadeguati! L’impresa mondiale che oggi parte è affidata a persone scopertamente impari al loro compito. Il rimprovero severo del ver.14 – “incredulità e durezza di cuore” – non viene “ritirato”, e al versetto successivo siamo già al mandato missionario da parte del Signore: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”(ver.15). Dal credere o non credere dipenderà il futuro dell’uomo e la sua felicità, oppure il suo essere condannato a vivere in un mondo dove dominano le buone ragioni della morte.
Tuttavia grandi cose ugualmente avverranno. E “saranno i segni che accompagneranno quelli che credono”. Segni di ogni tipo che confermeranno l’evento della risurrezione, della vittoria sulla morte e della vita nuova in Gesù. Secondo il ver.20 è Gesù stesso a donare questi segni per accompagnare e sostenere la predicazione dei poveri discepoli.
Lui siede alla destra del Padre come segno di speranza per il destino dell’intera umanità. Qui ci siamo noi poveretti con tutti i nostri limiti e tutti i nostri errori. Sarebbe bello che tutta la comunità cristiana vivesse nella serena consapevolezza della sua minorità. Il sentimento più vero e la più alta virtù è quella di una lieta umiltà, capace di riconoscere sempre i nostri peccati e sempre sorpresa per come il Signore scriva diritto nelle nostre righe storte. Se così fosse, persino noi preti saremmo più simpatici.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.