28 Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina; 29 così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. 30 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. 31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 32 Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
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Se parole come quelle che oggi ascoltiamo e celebriamo nella nostra preghiera ci sembrassero difficili, troppo strane…non dobbiamo allarmarci nè scoraggiarci, e questo per almeno due motivi. Il primo è che questo serve a ricordare che nessuna Parola del Signore, anche quella che potrebbe sembrarci la più semplice e ovvia, la possiamo “comprendere” veramente a pieno; questo sarà solo quando saremo con Lui nella gloria e Lo vedremo come Egli è. Il secondo motivo è che anche oggi possiamo camminare bene in tali parole, semplicemente leggendole e rileggendole, e poi ancora leggendole: scopriremo con stupore che quello che prima ci poteva sembrare solo oscuro, pian piano si illumina.
Il paragone del fico e del suo ramo intenerito (ver.28) vuole forse dirci una cosa molto semplice e bella. E cioè, che tutto quello che Gesù ci dice, in qualche modo anche accade. Così possiamo intendere la frase “..quando vedrete accadere queste cose..”del ver.29. La nostra bella esperienza quotidiana è quella di “vedere” le Parole che ascoltiamo da Lui, come presenti nella creazione e nella storia intorno a noi. Una presenza umile e discreta, tale però da farci vedere che da quando Lui ha parlato – e continua a parlare! – tutto cambia, tutto è nuovo, e tutto incessantemente si rinnova. A questo proposito l’Evangelista Giovanni parla di una “crisi” nella quale tutto e tutti entrano perchè, ascoltato Gesù, niente è più come prima. La sua presenza è appunto quel “giudizio evangelico” che mostra che dentro ad ogni realtà c’è un “mistero” che la nostra testa e i nostri occhi per conto loro non saprebbero cogliere. E’ quel vedere con gli occhi della fede che portava Gesù a dire all’incredulo Tommaso che sono beati “i non vedenti credenti”, appunto perchè con gli occhi della fede vedono quello che con i loro occhi di carne non potrebbero vedere.
In questo modo possiamo crescere nella conoscenza-esperienza del suo essere ormai vicino, ormai addirittura presente attraverso i “segni” che di Lui possiamo scorgere:”sappiate che Egli è vicino, alle porte”(ver.29). E subito abbiamo una bella conferma di questo, quando al ver.30 Gesù dice che in questa luce della fede entrano tutti i figli di Dio, che pur appartenendo a generazioni diverse – tu, tuo padre, tuo nonno.. – sono tutti un’unica generazione perchè in Gesù hanno un unico Padre. Noi e tutti i nostri cari in cielo siamo tutti uniti in questa visione del Mistero di Gesù, che chi è in cielo vede ormai con chiarezza, e che noi vediamo nella bella luce della fede. La garanzia e l’esperienza di tutto ciò la riceviamo attraverso le Parole che ogni giorno – anche oggi! – il Signore ci regala. Sono Parole che non passano, come dice il ver.31. E non è che non passino perchè sono come scritte su tavole di pietra, ma perchè ascoltate da Gesù, continuamente crescono dentro di noi.
Alla fine… sarà la fine, cioè la pienezza di tutto, la luce della grande gloria, la grande ultima compassione e la pace per sempre. Quando? Non lo sappiamo, perchè, come piccoli figli, tutto riceviamo dal Padre e siamo nelle sue mani. Quando qualcuno si inventa di sapere una data finale crea solo guai per sè e per chi gli dà retta. Noi siamo contenti di camminare ogni giorno portati e nutriti da Lui. Tra noi, quello di gran lunga il più umile e il più bravo, è certamente Gesù, nostro fratello, ma per fortuna anche nostro maestro, maestro che abbiamo nel nostro cuore perchè il suo Spirito è in noi. Ed è Lui a guidarci in questa via dove si cresce in Dio, tutto ricevendo da Lui.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
L’accenno all’estate vicina ci ricollega ai vv. precedenti in cui ascoltavamo che “tutti vengono raccolti da ogni angolo del cielo e della terra”. Come anche dopo l’incontro con la samaritana, Gesù invita i suoi ad alzare lo sguardo e vedere le messi ormai pronte, i campi che già biondeggiano”. I vv. di oggi e di ieri hanno questo segno positivo della speranza del raccolto, della liberazione vicina. La “tenerezza” del fico fa germogliare la vita; il Signore è tenerezza; il raccolto, che è anche giudizio, è sotto questo segno della tenerezza del Signore ed è quindi da guardare con fiducia. La tenerezza del fico è segno che l’estate è vicina; da questo segno sappiamo che è vicino il Regno di Dio, Gesù stesso, la Sua venuta e quella del regno. Cosa sono “tutte queste cose, quelle che si possono osservare”? Poco prima Gesù ha parlato di tanti segni, non solo terreni, ma anche difficili da accogliere. Siamo invitati a vedere in tutte queste cose la tenerezza e la misericordia di Dio. Abbiamo bisogno di luce. Tutto il testo sembra voler rimandare alla passione e morte del Signore, di cui ci si può scandalizzare. La luce della pasqua ci rivela la misericordia e l’amore di Dio in Gesù per tutti gli uomini. La parabola del fico rimanda alla passione del Signore anche in quanto essa è obbedienza di Gesù al Padre; così come il fico “obbedisce” all’estate intenerendo i suoi rami. Il fico che intenerisce i rami e segna l’arrivo del tempo atteso ha qualche collegamento con il fico che si seccò dopo che il Signore l’ebbe maledetto perchè non aveva trovato frutti in esso? Se si, allora, possiamo vedervi ancora un annuncio di morte e resurrezione nell’avvicinarsi al tempo finale della fisita: bisogna partecipare alla vicenda di questo fico che muore e risorge. E inoltre, collegando questa immagine alle parole di Paolo in Rom 11, è possibile vedere in questo fico, prima seccato e poi intenerito dalla linfa nuova, il segno della conversione finale di Israele al Signore Gesù, segno di risurrezione. Infatti “l’indurimento di una parte di Israele è in atto finchè non saranno entrate tutte le genti, allora tutto Israele sarà salvato. … E se il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?” (Rom 11:25-26.15). Qui attingiamo anche l’importanza delle parole di Gesù su queste cose. Noi possiamo “capire” attraverso queste parole che durano in eterno. Perciò possiamo vivere nella speranza e nell’attesa di Lui, a causa di queste parole che ci ha dato.