41 Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42 Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43 Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
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Rispetto al testo parallelo di Luca 21,1-4 il racconto di Marco è più ricco di particolari. Soprattutto mi sembra interessante il rapporto tra il ver.41 e il ver.42: al 41 Gesù osserva la folla, al 42 avviene una cosa nuova e diversa: l’arrivo della vedova povera che getta pochissimo nel tesoro. E’ un evento che nessuno coglierebbe e che Gesù commenta mettendone in evidenza la grandezza, l’unicità! Al punto che mi sembra Egli voglia forse proporci un’immagine viva e profonda della Chiesa, cioè della comunità che si raccoglie intorno a questo Dio che si è fatto povero, e che si inabisserà in un’obbedienza fino alla suprema povertà della morte, e della morte del malfattore.
Mi piace chiamare queste parole di Gesù la “strana matematica del Signore”. Notiamo il rilievo di quel “tutti” che indica la realtà “inevitabile” della storia. In quel tesoro, come in ogni “luogo” – non solo fisico – della vita, si getta l’ “in più”. In questo senso lei è invece, assolutamente, “un fatto nuovo”. E questo fatto Gesù lo interpreta con tranquilla sicurezza: “ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri”. Penso possiamo considerare queste parole non solo come sentenza di valore morale del gesto, ma forse proprio come reale enorme potere di quelle povere monetine, che “renderanno” molto di più delle “molte” monete gettate dai tanti “ricchi” che, come dicevo, non sono tali per una valutazione patrimoniale, ma perché in ogni modo gettano nel tesoro “del loro superfluo”(ver.44).
E’ allora importante mettere a confronto le due diverse “fonti” delle offerte. La “fonte” dei ricchi è “il loro superfluo”. Lei invece prende “dalla sua miseria”: è importante che le due fonti siano, alla lettera, espresse con la stessa preposizione di provenienza: “dal loro superfluo”-“dalla sua miseria”. Ed è importante anche considerare il termine reso in italiano con “miseria”, che vorrebbe dire una fonte ben misera! Ma qui è ben di più! Il termine dice infatti non solo “poca roba”, ma addirittura “mancanza”! Per compiere il suo gesto la vedova povera deve addirittura fare una specie di “miracolo”, perché se uno ha niente, da dove prende quelle due povere monetine?
Lei invece, immagine sublime di un’umanità e di una Chiesa “grande signora”, diventa capace di un gesto impossibile!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.