38 Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa”
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Dall’inizio del capitolo fino ad oggi è stato sempre più chiaro il cammino che Gesù ha voluto farci percorrere. Dalla parabola della vigna affidata a noi –perché sia orizzonte ed evento di comunione e da noi stravolta come violenza per impadronirci di quello che Egli ha voluto disporre come celebrazione della comunione d’amore tra noi e Lui, all’appello a che si renda a Dio e non ai poteri del mondo quello che è di Dio, all’enfasi posta su un vincolo nuziale più forte della morte, all’incontro di pensiero e di azione con lo scriba sapiente, fino al volto nuovo e straordinario dell’incontro con un Dio diverso dagli altri, opposto agli altri dèi, un Dio che è Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, Signore,….tutto conduce verso il mistero di Gesù, Dio immerso nella nostra storia, Salvatore della vita perché Egli stesso donatore di vita nella sua obbedienza al Padre fino alla Croce.
Ho ricordato brevemente tutto questo, perché l’osservazione critica di Gesù rivolta oggi agli scribi e ai loro atteggiamenti, non è solo una questione morale, ma coinvolge radicalmente il mistero stesso di Dio. Nei loro atteggiamenti e nelle loro scelte gli scribi celebrano le signorie del mondo di cui sono partecipi. Una certa identificazione tra Dio e i poteri del mondo. Un Dio imperiale più che un Dio di comunione d’amore. Un solitario potere assoluto piuttosto che un’economia del dono e della comunione. Un dio del giudizio più che il Signore della misericordia…tutto questo porta verso atteggiamenti che non hanno niente in comune con la strada che il Figlio di Dio percorre in mezzo a noi per la nostra salvezza, e comunica a noi come strada della vita nuova in Lui e nel mistero trinitario dell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Le vesti e i saluti, i primi seggi nelle sinagoghe e nei banchetti, e addirittura un dominio sulle persone e in particolare sui più deboli, nella teatralità di preghiere ostentate e pubblicizzate…tutto questo non é solo moralmente riprovevole, ma è soprattutto radicalmente opposto e terribilmente deviante rispetto alla rivelazione che di Dio Gesù ci ha donato nella sua Persona, nel suo insegnamento e nella sua opera pasquale.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.