9 Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
10 Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11 Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12 Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Matteo 9,9-13

Mi sembra importante sottolineare che la comunione che Gesù stabilisce con il peccatore, e qui si tratta addirittura di una chiamata a seguirlo, precede la “conversione” del peccatore stesso. Se mai è questa chiamata a generare la conversione! Quindi, l’uomo che si alza e segue Gesù, è un peccatore!
E sono evidentemente dei peccatori quelli con i quali Gesù mangia (ver.11). le note delle bibbie parlano sempre di “peccatori convertiti”, ma questo, che nel testo non c’è, mi sembra rischi di confondere. E di fatto, il Signore sembra accettare la “denuncia “ dei farisei: “Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. I peccatori sono a mensa con Gesù!
E questo è esplicitamente confermato da quello che Gesù dice quando ascolta l’obiezione, e ribatte: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”. Dunque, a tavola con Gesù siedono dei malati! E questo mi sembra pure importantissimo, perché il peccato viene da Lui considerato una “malattia”! Non una colpa, ma una malattia! Ed è meraviglioso che “la cura” della malattia sia appunto questa mensa con Lui!
E a questo punto, la citazione di Osea 6,6 diventa una illuminazione straordinaria: “misericordia io voglio e non sacrifici” sembra affermare che il vero e potente “sacrificio espiatorio” è quella stessa mensa di misericordia! Mi sembra bene aggiungere una mia modesta considerazione, e cioè che quei peccatori seduti a mensa con Gesù sono consapevoli di essere dei peccatori. Non sono persone che “si danno ragione”! Altrimenti non avrebbe senso la presenza del termine “misericordia”! Tuttavia, sono a quella mensa perché hanno deciso di cambiare mestiere? Questo il testo non lo dice! Chiedo scusa se ho fatto confusione!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il dono di Dio, che nel racconto precedente aveva beneficato il paralitico, nell’episodio di Matteo viene celebrato con il nome stesso del “chiamato” (Matteo, infatti, significa “dono di Dio”) e poi da quelle parole desunte dal profeta: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, parole che noi forse non abbiamo ancora ben accettato e assimilato. Misericordia e non sacrifici, rituali o di altro genere. – Come dice don Giovanni, Gesù non chiede a Matteo di convertirsi prima, lo chiama e basta. Così pure non chiede a vari “peccatori” da lui accolti e beneficati di cambiare vita: tranne il caso della giovane adultera alla quale raccomanda di non peccare più (impegno che questa ragazza poteva prendere), ad altri peccatori o prostitute non chiede di cambiare vita, cosa spesso impossibile per loro da realizzare.