1 Salito su una barca, passò all’altra riva e giunse nella sua città. 2 Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». 3 Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». 4 Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? 5 Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? 6 Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». 7 Ed egli si alzò e andò a casa sua. 8 Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
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Come il cap.8, anche il cap.9 è dedicato ai miracoli di guarigione. Sembra accentuarsi il senso profondo di queste guarigioni, come sanazioni di tutta la condizione dell’uomo. In tal senso, la Parola che oggi ci regala il Signore unisce strettamente la liberazione dalla malattia del corpo alla liberazione dal peccato come male dello spirito. Conviene dare uno sguardo, se c’è tempo, ai testi paralleli di Marco e Luca.
E’ bello che il Signore sia nostro concittadino e consideri Cafarnao “la sua città” (ver.1). Gesù ammira la fede dei quattro che gli portano il paralitico, e li esaudisce in modo straordinario e inaspettato dicendo al paralitico: “Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati” (ver.2). Il verbo che dice il perdono è ricco e interessante, e significa una liberazione profonda e una nuova condizione di vita. Mi piace molto anche l’appellativo “figlio” con il quale si rivolge al paralitico, nel quale riconosce un figlio. Un figlio di Dio! Gesù sembra così voler rappresentare e rendere presente Dio stesso come Padre di tutta l’umanità.
Gli scribi reagiscono negativamente accusando Gesù di bestemmiare perché con quella Parola usurpa e si appropria di quello che solo Dio può fare. Ma in tal modo la loro accusa diventa rivelazione del mistero e della potenza della Persona del Figlio di Dio! Gesù approfitta delle “cose malvagie” che Egli vede e svela nei loro cuori, e proclama il suo divino potere di perdonare i peccati: il miracolo della guarigione fisica sarà il segno, e l’opera “più facile” compiuta per il paralitico: “Alzati, prendi il tuo letto e va’ a casa tua” (ver.6). Mi permetto di farvi notare anche la bellezza “ikonica” che Gesù promuove in quell’uomo: prima era disteso su quel letto che ora l’uomo prende andando verso casa sua: sembra quasi suggerire che questo portare il letto come Gesù porterà la sua croce diventa simbolo della vita nuova, dove ognuno segue il Signore portando la sua croce, e cioè il segno della sua vita offerta: ciò che prima lo teneva prigioniero ora sembra diventare pienezza di una vita non solo salvata ma anche offerta. La vita nuova come “offerta d’amore”.
Ed è straordinario il “commento” delle folle che, al ver.8, rendono gloria a Dio che ha dato un tale potere agli uomini! La gente capisce che quello che Gesù ha fatto per quell’uomo è il principio di un potere divino dato all’intera umanità: la potenza di una misericordia capace di rinnovare radicalmente ogni esistenza. E’ molto importante che oggi facciamo tesoro di questa conclusione: il miracolo compiuto dal Signore è il segno di una potenza di perdono e di radicale rinnovamento che Gesù è venuto a dare e a consegnare ad ogni uomo e donna della terra come compito essenziale: la sua divina misericordia!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dobbiamo distinguere – dice A. Maggi – tra perdono e condono. Il perdono si poteva ottenere da Dio dopo vari passi: pentimento, preghiera, digiuno, offerta di sacrifici al tempio; il condono, invece, è la cancellazione dei peccati per iniziativa e volontà del Signore. Il povero paralitico non poteva certo porre le varie azioni richieste; il condono delle colpe per lui è un gesto di amore di Gesù, un dono gratuito. Così è per tutte le persone che si trovano in situazioni di peccato, ma non possono uscirne: non sono escluse per sempre, anzi sono oggetto del dono di Dio, che devono solo accogliere. – Da notare che Gesù non ha mai detto di chiedere perdono a Dio, ma solo di perdonarci tra di noi. Egli non conosceva l’Atto di dolore – dice scherzosamente p. Alberto – e certamente non lo condivideva.