18 Vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. 19 Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». 20 Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 21 E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 22 Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Seleziona Pagina
La prima risposta del Signore è una reazione all’affermazione dello scriba ispirata ad una eccessiva sicurezza di sé: “Ti seguirò dovunque tu vada”, simile a quella che farà Pietro durante l’ultima cena (“Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò” Mt 26,35); il primo insegnamento è dunque intorno all’umiltà e alla fiducia in Dio e non in se stessi.
Torna l’immagine degli uccelli del cielo, che domenica scorsa venivano a rifugiarsi all’ombra dei rami del grande albero, immagine di coloro che da lontano vengono anche oggi a cercare rifugio presso di noi. Il vangelo odierno dice che Gesù, e i suoi seguaci, è più povero di loro, che almeno hanno un nido, mentre egli non ha neanche dove “reclinare” il capo (lo farà solo sulla croce: Gv 19,30). Qui Gesù si inserisce in una tradizione lunga di Israele, che è tipicamente un popolo “homeless” (“senza casa stabile”) chiamato a rinnovare ogni anno in una festa il ricordo di essere stato sotto le tende per quarant’anni anni nel deserto, di avere il suo stesso Dio dimorante presso di sé sotto una tenda. Anche San Pietro ricorderà che siamo tutti “stranieri e pellegrini” (1Pt 2,11) e i Padri del deserto riterranno una ambita virtù cristiana la condizione di “estraneità”. Mi fa un po’ impressione il pensiero che oggi il posto di Gesù forestiero e senza casa è occupato da quella gente che in questi giorni abita su degli scogli o negli atri delle nostre stazioni.
Ancora più forte è l’ultima immagine del vangelo di oggi: l’umanità descritta come un gruppo di morti che seppelliscono i loro morti. Allora per Gesù tutti sono morti, non solo quelli che lo sono biologicamente! Vivo è solo Lui, il Vivente e quelli che gli stanno dietro. Come? Intanto ascoltandolo ogni giorno…
Dio vi benedica e anche voi benediteci. Francesco
Le volpi e gli uccelli erano considerati gli animali più insignificanti e inutili; gli uccelli erano gli unici per i quali non era prevista una benedizione. C’è anche questo, quindi, nelle parole di Gesù: Tu, scriba, che godi di tanta considerazione e di tanti onori, devi accettare di essere insignificante se vuoi camminare con me. Abbandona i tuoi titoli, le tue sicurezze, se vuoi venire dietro di me. – Anche il passato e le sue tradizioni sono vissuti da noi come fonte di sicurezza e àncora di salvezza. Ma Gesù ci dice di staccarci dal “padre”, che rappresenta la sicurezza del passato e delle tradizioni religiose, per essere aperti alla Sua radicale novità: vino nuovo in otri nuovi.